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Concorso straordinario bis: niente scorrimento della graduatoria, se il vincitore rinuncia il posto rimane vuoto

Le supplenze assegnate per coprire i posti accantonati per i vincitori del concorso straordinario bis sono caratterizzate dalla cosiddetta clausola risolutiva. Clausola che interviene a sancire la fine del contratto del supplente nel momento in cui il titolare di cattedra è pronto a occupare il suo posto.

Le casistiche possibili

Per i vincitori del concorso straordinario bis dunque la cattedra è tenuta ‘in caldo’ dai supplenti, e diventa disponibile una volta che viene espletata tutta la procedura che consente poi di ottenere il ruolo. Nel frattempo le cattedre sono assegnate con clausola risolutiva dall’USR che ha provveduto ad accantonare a loro favore, in attesa dell’espletamento del concorso.

Va però detto che la conclusione dell’iter non prevede necessariamente che i vincitori del concorso straordinario bis assumano necessariamente servizio. Possono verificarsi tre fattispecie diverse. Una comporta che il vincitore del concorso straordinario bis mantenga la supplenza già in corso. Si tratta però di una circostanza che si verifica unicamente in alcune regioni, nello specifico Piemonte e Lazio.

Il posto vacante

Un’altra circostanza può comportare che il vincitore del concorso straordinario bis rinunci al posto a lui riservato. In questo caso il posto rimane vuoto dal momento che la procedura non contempla lo scorrimento della graduatoria.

Ultima possibilità prevede che il vincitore del concorso straordinario bis assuma servizio ma chieda part time. In questo caso si configura la necessità di attribuire il posto spettante al vincitore del concorso straordinario ma di fatto rimasto vuoto per l’anno scolastico 2022/23.

La filosofia della continuità didattica

In questo caso c’è la possibilità di lasciare sul posto già occupato il supplente con contratto con clausola risolutiva. In caso contrario si dovrebbe provvedere a interrompere il rapporto di lavoro con il docente in cattedra, per chiamarne un altro, cosa che contraddirebbe di fatto la filosofia della continuità didattica.