Scuola

Un altro aumento stipendio per docenti e Ata: arriva grazie al taglio di due punti del cuneo fiscale

Si avvicina l’ufficializzazione dell’atteso disegno di legge della manovra 2023, la prima del governo di centrodestra guidato dal premier Meloni. Molte le misure che saranno introdotte a sostegno dei lavoratori, delle famiglie e dei pensionati.

Taglio di due punti del cuneo fiscale

In totale, il Governo pensa di stanziare misure per 30-32 miliardi. Sarà una legge di bilancio “attenta a famiglie e imprese, con particolare attenzione ai redditi bassi”, secondo la premier Giorgia Meloni. Dopo l’aumento degli stipendi per personale Ata e docenti, grazie al rinnovo del onotratto scuola firmato nei giorni scorsi e che consentirà di pagare gli arretrati al personale scolastico, sono in arrivo nuove maggiorazioni sugli stipendi.

Maggiorazioni che in questo caso non vedono come destinatari specifici docenti e Ata, ma che interessano in generale tutto il mondo del lavoro dipendente. Si tratta del taglio di due punti del cuneo fiscale per i dipendenti, misura già decisa dal governo Draghi.

Aumento della somma netta percepita

Una misura che pur non rivolgendosi direttamente al mondo della scuola, comporterà un beneficio per quel che riguarda lo stipendio netto erogato a docenti e Ata. Con il taglio previsto, si otterrà un aumento della somma netta percepita dal lavoratore con lo stipendio. Per finanziare questo provvedimento, sarà necessario un rifinanziamento di quasi 4 miliardi di euro.

Il cuneo fiscale, se ridotto, comporta infatti un aumento indiretto degli stipendi, considerato che si tratta per l’appunto della differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro per il dipendente e la busta paga netta incassata da questi. Si tratta quindi di una proroga della misura per aumentare così i benefici rivolti ai lavoratori.

Taglio di tre punti per i redditi più bassi

Il Governo pensa di attuare un taglio del cune o fiscale ancora maggiore, incrementato di un altro punto, quindi fino a 3 punti, per le fasce più fragili. Sarebbero interessate quelle con un reddito inferiore a 20mila euro. Confermato invece il taglio di 2 punti per i redditi fino a 35mila euro.