Scuola

Rinnovo contratto scuola: altri aumenti di stipendio a gennaio con le risorse della legge di Bilancio

Il rinnovo del contratto scuola è arrivato quando iniziava a serpeggiare pessimismo anche in virtù delle dichiarazioni del nuovo Governo che non lasciava spazio a troppo ottimismo circa la disponibilità di ulteriori fondi rispetto a quelli già proposti nei mesi passati ai sindacati.

Altri fondi con la Legge di Bilancio

E in effetti la trattativa si è sbloccata proprio su queste basi, quando i sindacati hanno capito che era l’unica strada per ottenere comunque un aumento, sia pur minimo, e il pagamento di arretrati che in questo momento rappresentano comunque una boccata d’ossigeno per molti lavoratori della scuola.

Il tutto però con la promessa di reperire ulteriori fondi, già con la legge di Bilancio di fine anno, in modo da ridiscutere il contratto e ottenere risorse aggiuntive che rendano gli stipendi ancora più adeguati al costo della vita.

Fondamentale per lo sblocco della trattativa il reperimento di risorse finanziarie per incrementare l’ammontare degli arretrati e prevedere gli aumenti contrattuali.

Spazio alla parte normativa

Un totale di 100 milioni di euro, recuperati nella giornata di giovedì scorso a cui aggiungere ulteriori 300 milioni che consentono l’aumento dei contratti. Ci sono poi gli altri fondi che il ministero ha garantito saranno reperiti con la legge finanziaria.

L’obiettivo di sindacati e nuovo Governo è aumentare gli stipendi in modo che vengano equiparati a quelli dei colleghi europei.

I sindacati sono già al lavoro per discutere la parte normativa in ARAN, considerato che finora si è conclusa solo quella relativa alla parte economica. Ci si siederà attorno al tavolo, di nuovo, con l’obiettivo di chiudere l’intero contratto nei primi mesi del 2023.

Riforma degli ordinamenti Ata

Nonostante si sia raggiunto già un primo obiettivo, c’è l’urgenza di chiudere tutto prima possibile. La parte normativa, infatti, sarà tutt’altro che semplice da concordare. C’è da discutere la riforma degli ordinamenti del personale ATA e degli enti di ricerca, della valorizzazione dei DSGA, delle relazioni sindacali, della mobilità, della formazione: tutti istituti contrattuali che fino ad ora non erano regolamentati dal CCNL, ma che dovranno esserlo in futuro.