Abilitazione insegnamento: arrivano le nuove classi di concorso per l’accesso alla professione nella scuola secondaria
Il cambio alla guida del Governo ha comportato un rallentamento nell’attuazione della riforma del reclutamento docenti messa a punto dal ministero Bianchi sotto l’esecutivo Draghi. Il nuovo ministro Valditara, in ogni caso, ha confermato come l’impianto della riforma sia positivo, e dunque non sono previste rivoluzioni all’orizzonte.
Cosa prevede la normativa
La Legge 79 (di conversione del DL 36/2022) che regolamenta le procedure di reclutamento docenti dunque procederà con il suo iter, ed entro il prossimo giugno si attende la riforma delle classi di concorso per l’accesso alla professione docente.
Questo almeno quanto sancito dall’articolo 44 del decreto 36, in base al quale con uno o più decreti del Ministro dell’istruzione da adottare, di concerto con il Ministro dell’università e della ricerca, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, si provvede alla revisione e all’aggiornamento della tipologia delle classi di concorso per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Scatta il conto alla rovescia
Sarà necessario provvedere alla loro razionalizzazione e il loro accorpamento. Lo scopo finale è quello di promuovere l’interdisciplinarità e la multidisciplinarità dei profili professionali innovativi. Il tutto dovrà avvenire senza che siano generati nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Come detto il cambio dell’esecutivo ha di fatto paralizzato qualunque procedura, bruciando i primi cinque mesi che sarebbero stati utili per iniziare a pianificare questo tipo di intervento. Per questo al momento non deve sorprendere che non ci sia traccia del decreto che renderà attuative le nuove classi di concorso.
Altri decreti in sospeso
D’altra parte non si è proceduto nemmeno con i decreti attuativi che avrebbero dovuto regolamentare in maniera più precisa i 60 Cfu abilitanti, per quel che riguarda contenuti, accesso e costi. Decreto che era atteso prima di agosto. Ora scatta il contro alla rovescia verso giugno, quando il provvedimento dovrebbe essere operativo.
Ma è ovvio come la presenza di un nuovo ministro potrebbe comportare cambiamenti. Al momento non ci sono segnali che fanno pensare che la riforma delle classi di concorso non possa essere confermata anche dal nuovo Governo insieme al resto dei provvedimenti della riforma del reclutamento.
L’accorpamento delle classi di concorso, per esperienza passata, non porta nessun miglioramento della didattica, anzi, i professori dovranno essere tuttologhi e spaziare tra mille materie senza saperne nemmeno una in maniera decente con conseguente perdita di qualità. E pensare che la scuola è al primo posto, sì ma al primo posto dove tagliare fondi. Così diventerà sempre più babysitteraggio.
Non mi capacito! Ho già assistito a varie ridenominazioni di cdc… io sono abilitato in 2 da 22 anni e nella scuola lavoro da 32… mi spieghi qualcuno come mai non mi hanno ancora sistemato di ruolo?! Questo sarebbe da discutere non altro