Scuola

Caro bollette scuola: istituti a rischio chiusura, l’alternativa è l’aumento ulteriore delle tasse per gli enti locali

Il caro bollette mette in ginocchio famiglie e aziende, ma potrebbe colpire anche un altro ambito della società, che certo non può permettersi di chiudere: la scuola. E così anche per il mondo dell’istruzione il caro bollette rischia di far scivolare le priorità del Governo, che deve occuparsi nelle prossime settimane di rinnovo del contratto, riforma del reclutamento docenti e stabilizzazione dei precari.

Spese rischiano di aumentare

Il caro bollette rischia di mettere in ginocchio le scuole, soprattutto in vista dell’inverno quando la necessità di tenere accese le luci aumenterà, soprattutto per gli istituti che restano aperti anche il pomeriggio e soprattutto in vista della necessità di accendere gli impianti di riscaldamento.

Le bollette le pagano gli enti locali e saranno in difficoltà nel saldare i conti di luce e gas in migliaia di plessi scolastici. Secondo La Repubblica, si parla di spese maggiorate per oltre un miliardo e mezzo in più del 2021.

Tocca infatti agli enti locali far fronte alle spese degli edifici scolastici. Per gli istituti fino alla scuola media le spese toccano ai comuni, per le scuole superiori ci pensano direttamente le province, le città metropolitane e i liberi consorzi.

Gli impianti di riscaldamento

Tenere le luci accese in oltre 40mila plessi scolastici e pagare le bollette del gas costerà ai comuni quasi 2 miliardi di euro. Un miliardo in più è relativo alle scuole dove le attività didattiche si svolgono anche il pomeriggio. Secondo gli ultimi dati, a Novara sono stati registrati aumenti fino al 54% per la luce. Ora si attendono provvedimenti da parte del nuovo governo che dovrà stanziare i fondi da destinare agli enti locali. L’alternativa è l’aumento ulteriore delle tasse per gli enti locali.

In base ai dati ministeriali, secondo La Repubblica, quasi tutti i plessi scolastici sono dotati di riscaldamenti: il 12,6% funziona utilizzando gasolio, il 75,2% a metano. Poi c’è chi utilizza gpl (gas propano liquido), il teleriscaldamento, o utilizza piastre elettriche. Soltanto il 2% degli edifici è dotato di impianto solare-termico.