Scuola

Immissioni in ruolo 2022: previste altre 150mila supplenze nonostante call veloce e assunzioni con contratto a tempo determinato dalle GPS, anche per posti di sostegno

L’elevato numero di immissioni in ruolo, almeno rispetto alle premesse, annunciate dal ministero non basteranno a scongiurare la piaga della supplentite in vista del prossimo anno scolastico. Probabilmente ci sarà una sensibile riduzione rispetto allo scorso anno, ma in ogni caso non si potrà certo affermare di aver risolto la piaga del precariato.

Previste altre 150mila supplenze

Le stime dei sindacati, a fronte delle oltre 94 mila cattedre autorizzate dal MEF (ammesso che vengano integralmente attuate) parlano della necessità di almeno 150 mila supplenze.

Questo anche in virtù del fatto che i sindacati non cedono affatto che le oltre 94 mila assunzioni autorizzate possano concretizzarsi integramente: le previsioni parlano di circa 40-50 mila cattedre coperte in tutto.

I motivi sono molti, e non tutti imputabili al ministero. Ad esempio, è oggettiva l’assenza di candidati in moltissime graduatorie concorsuali, specialmente al Nord. La conclusione dei concorsi ordinari non è sufficiente, considerato che in molte regioni mancano ancora le graduatorie di merito. Il tempo stringe e difficilmente si riuscirà a rispettare le scadenze che consentirebbero di allinearsi al prossimo anno scolastico.

Addio all’organico Covid

La riduzione dei contratti a tempo determinato, beneficerà poi anche di una motivazione paradossalmente negativa, e cioè che non verranno confermati i posti dell’organico covid che hanno invece costituito una parte importante del personale scolastico negli ultimi due anni.

I sindacati sono in pressing, così come comitati della categoria, ma reperire i fondi non sarà semplice e il cambio di Governo non agevolerà certo la cosa.

Non basta il ripristino della Call Veloce

Una boccata di ossigeno pareva potesse arrivare dal ripristino della call veloce e dalle assunzioni con contratto a tempo determinato dalle GPS, anche per posti di sostegno, ma non basterà.

Al punto che i sindacati insinuano che un numero di posti così elevato per le immissioni in ruolo sia stato solo un specchietto per le allodole, partendo dal presupposto che non si riuscirà ad attuarne nemmeno la metà.