Scuola

Pagamento arretrati docenti: l’accordo tra sindacati e ministero è di un aumento medio di 107 euro lordo, pari ad oltre 70 euro netti più 3mila euro medi di arretrati

Gran parte del lavoro per definire la riforma del reclutamento docenti può considerarsi archiviato, motivo per cui adesso ministero e sindacati possono concentrarsi su un altro aspetto fondamentale per il mondo della scuola, il rinnovo del contratto del personale scolastico.

Saldo degli arretrati

Il ritardo accumulato, la necessità di saldare gli arretrati e iniziare a pagare gli aumenti e l’urgenza di intavolare il nuovo contratto scuola, quello 2022/2024, spingono i sindacati a chiedere il famoso contratto ponte che permetterebbe di dare un segnale importante e di iniziare il percorso.

L’accordo base dal quale ripartire prevede, dopo quattro anni di blocco, un aumento medio di 107 euro lordo, pari ad oltre 70 euro netti. Più gli arretrati che in media ammontano a circa 3mila euro medi. A fine mese le parti si incontreranno nuovamente per definire i prossimi passi, che nelle speranze dei sindacati dovrebbero consentire di formare il contratto per fine agosto, in modo di attuare la procedura burocratica relativa ai pagamenti a partire da settembre.

La parte normativa

Ma non sarà solo la parte economica a dover essere discussa e approvata. C’è anche una parte normativa sulla quale i sindacati, Anief in particolare, insistono da tempo, e che prevede aspetti come il lavoro agile e il diritto alla disconnessione.

Questa parte di trattativa però rischierebbe di prolungare eccessivamente i tempi: per cui i sindacati vorrebbero chiudere il contratto sulla base degli aumenti discussi, per poi riaprire la trattativa per il nuovo contratto partendo da una base economica più consistente e potendo contare sul budget che potrebbe essere stanziato dalla prossima Legge di Bilancio.

Il contratto 2022/2024

L’aumento medio di 107 euro lordo, pari ad oltre 70 euro netti più gli arretrati che in media ammontano a circa 3mila euro medi consentirebbero, in attesa del rinnovo contratto scuola 2022/2024, di dare una boccata di ossigeno a una delle categorie più penalizzate dall’inflazione degli ultimi anni, sicuramente tra i dipendenti pubblici la più penalizzata.