Scuola

Abilitazione docenti di ruolo 2022: conferma nei ruoli di chi fa il tirocinio, senza nuovi concorsi o nuova valutazione e per chi è stato assunto con riserva dopo l’anno di prova superato

Il presupposto della trattativa per il rinnovo del contratto scuola l’aumento di fondi destinati alle necessità di un comparto in forte sofferenza, tra quelli più penalizzati dall’aumento del costo della vita. Allo stesso tempo, nonostante i buoni propositi, a parole, circa l’importanza di valorizzare la professione insegnante anche per renderla appetibile e aumentando il suo livello infuturo, la sensazione è che si faccia ancora troppa fatica a investire con convinzione in formazione e salari.

A rischio 10mila posti di potenziamento

Il risultato è una scuola con il freno a mano tirato, lontana dalle esigenze degli studenti italiani, con la conseguenza di una penalizzazione generale della crescita della società e del mondo del lavoro futuro. Il risultato è che il corpo insegnante nei prossimi anni è destinato a perdere circa 10.000 posti di potenziamento.

La denatalità prevista nel prossimo futuro non sembra sufficiente a giustificare questa scelta. I 16 milioni stanziati rappresentano una cifra che non sposta di molto la situazione. Il risultato è una riforma del reclutamento, legata a doppio filo al rinnovo del contratto scuola e viceversa, che rischia di rimanere bloccata fino alla prossima Legge di Bilancio, sempre che ci sia la volontà in essa di inserire un fondo ulteriore per la scuola.

Le richieste dei sindacati per le immissioni in ruolo

Se il rinnovo del contratto scuola, paradossalmente, può aspettare considerato già il ritardo quadriennale con cui si sta discutendo il nuovo accordo, la riforma del reclutamento docenti ha tempi decisamente più ristretti, essendo fissata la linea del traguardo entro il prossimo 29 giugno in modo da gestire le prossime immissioni in ruolo.

Anief, che ha presentato numerosi emendamenti, chiede di reintrodurre il doppio canale nella fase transitoria con assunzione da Gps e con corso abilitante. Non solo: servirebbe la stabilizzazione con anno di formazione per i precari con 36 mesi e docenti di ruolo, a regime. Senza dimenticare la conferma nei ruoli di chi fa il tirocinio, senza nuovi concorsi o nuova valutazione. Stessa sorte che dovrebbe toccare a chi è stato assunto con riserva dopo l’anno di prova superato.