Scuola

Salario minimo: la proposta dei 10 euro all’ora conviene anche agli insegnanti se si prende in considerazione il monte orario sommerso attualmente non riconosciuto

Sta facendo molto discutere in ogni senso, la proposta del salario minimo da parte di Cgil. Una soluzione, secondo il sindacato, al progressivo dirigersi verso la povertà di buona parte dei lavoratori italiani, in virtù di un’inflazione in aumento e di un costo della vita cui non corrisponde un aumento del salario, fermo ormai d trent’anni nel nostro Paese.

Salario minimo tabellare a 10 euro l’ora

Secondo l’Usb, andrebbe introdotto un salario minimo tabellare a 10 euro l’ora che andrebbe rispettato in sede di contrattazione di qualunque rapporto di rapporto nazionale di lavoro.

I 10 euro costituirebbero un minimo tabellare equivalenti ai salari dei livelli più bassi. In questo modo si scongiurerebbero contenziosi e interpretazioni poco chiare con i datori di lavoro.

Fondamentale poi sarebbe introdurre un meccanismo di adeguamento annuale o biennale in base all’andamento del costo della vita. Evidente come questo costituirebbe la conferma dei diritti violati in questi anni nei confronti dei dipendenti della scuola, che hanno stipendi bloccati da quasi quattro anni.

Riduzione dei contratti a tempo determinato

A tutto ciò andrebbe affiancata una politica che limiti al minimo il ricorso ai contratti a tempo determinato, che alimentano il precariato e l’incertezza per il futuro, penalizzando al contempo, nel caso della scuola, anche gli studenti alle prese con scarsa continuità didattica.

Ma la proposta dei 10 euro cosa vorrebbe dire per gli stipendi della scuola? Un miglioramento, se si considera che un amministrativo o un collaboratore scolastico lavora almeno 150 ore al mese, guadagnando poco più di 1.000 euro, 1.200 euro con figli a carico. Con il salario minimo di 10 euro arriverebbe a 1.500 euro, da cui detrarre le tasse.

Il lavoro non riconsciuto

Analogo il discorso per i docenti, ma a patto che venga preso in considerazione anche il lavoro sommerso dei docenti, come quello svolto a casa, ufficialmente non riconosciuto. Se si prende in considerazione anche tutto questo monte orario svolto dai docenti, si scopre come già oggi percepiscano meno di dieci euro all’ora.