Scuola

Concorsi abilitanti: equivalenza tra abilitazione specifica e possesso congiunto di laurea e 24 cfu, con diritto di essere collocati nella fascia riservata ai docenti abilitati

Da un lato ci sono moltissimi dubbi circa la validità che i 24 Cfu possano avere nel prossimo futuro, in virtù di una riforma del reclutamento all’interno della quale non vengono affatto menzionati, insinuando il sospetto (peraltro corroborato dalle sempre poco lusinghiere che il ministro Bianchi ha avuto nei loro confronti) che possano scomparire a breve. Dall’altro lato chi li ha già ottenuti, investendo tempo e risorse economiche negli ultimi anni, in virtù del valore assoluto che veniva loro conferito, riesce a ottenere giustizia, almeno nelle aule dei tribunali.

Equivalenza con abilitazione specifica

Lo sancisce una recente sentenza, in base alla quale viene confermato che esiste equivalenza tra abilitazione specifica e il possesso congiunto di laurea e 24 cfu. Il riferimento è la necessità di prendere parte ai concorsi abilitanti. Questo significa che coloro i quali hanno ottenuto i 24 Cfu e hanno fatto ricorso, hanno tutto il diritto di essere collocati nella fascia riservata ai docenti abilitati.

Il caso riguarda alcuni docenti in possesso dei 24 cfu, che sono stati collocati nella graduatoria GPS di diverse province. Si tratta di soggetti che non possono vantare nemmeno un giorno di servizio nella scuola. Ma secondo i giudici va riconosciuto come titolo valido per ottenere l’abilitazione all’insegnamento la laurea unita ai 24 crediti formativi.

Validi come titolo di accesso ai concorsi

Secondo il giudice, vale come titolo di accesso ai concorsi per il reclutamento docenti, l’abilitazione e/o il conseguimento 24 Cfu in specifici SSD ovvero i 36 mesi di servizio. Questo significa che l’abilitazione diventa equivalente al possesso dei 24 Cfu.

Un punto a favore di coloro i quali hanno ottenuto i 24 Cfu nel recente passato, e che si vedono costretti a convivere con una fase in cui bisogna prendere atto che il loro valore viene fortemente ridimensionato. Al punto quasi da rischiare di farli scomparire, non essendo ritenuti dal ministro dell’Istruzione una metodologia valida per arrivare alla cattedra. Ma una fase transitoria per non rischiare di invalidare completamente i crediti già ottenuti diventa indispensabile.