Scuola

Mobilità docenti: non cambia il vincolo triennale nonostante la riforma

La riforma del reclutamento, criticatissima per diversi aspetti (non risolve, secondo i detrattori la questione del precariato e non convince il sistema degli incentivi per la formazione docenti anche alla luce dei tagli che saranno necessari per reperire le risorse) non contiene sostanziali novità per uno dei punti dolenti della scuola italiana, quello relativo alla mobilità. Altro elemento di discussione cronica tra ministero e sindacati che cercano di difendere le necessità dei docenti.

Vincolo triennale

Nella versione finale della riforma del reclutamento docenti, contenuta nel decreto legge n.36 del 30 aprile, viene confermato il vincolo triennale.

Secondo il decreto, infatti, gli insegnanti avranno il dovere di permanere nella predetta istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto e classe di concorso, per non meno di tre anni, compreso il periodo di prova, cui si aggiunge, per i soggetti privi di abilitazione, il periodo necessario per completare la formazione iniziale e acquisire l’abilitazione, salvo che in caso di sovrannumero o esubero o di applicazione dell’articolo 33, commi 5 o 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, limitatamente a fatti sopravvenuti successivamente al termine di presentazione delle istanze per il relativo concorso.

Assegnazione provvisoria

L’insegnante ha però la possibilità di richiedere tramite apposita domanda una assegnazione provvisoria e utilizzazione nell’ambito della provincia di appartenenza e può accettare il conferimento di supplenza per l’intero anno scolastico per altra tipologia o classe di concorso per le quali abbia titolo.

Gli scioperi

Un aspetto che sarà sicuramente oggetto di discussione da parte dei sindacati, che per il momento però si stanno concentrando su altri aspetti della riforma, come l’eccessiva lungaggine del percorso che porterà i docenti a essere immessi in ruolo e che non risolverà, anzi a loro avviso peggiorerà, il problema del precariato. Per tutti questi motivi sono annunciati scioperi: il 6 maggio quello di Anief, per fine maggio quello generale della scuola, che coinvolgerà tutti i sindacati.