Scuola

Mascherine in classe: le contraddizioni di una scelta prudente

La scuola va in controtendenza rispetto all’allentamento delle misure volute dal Governo in maniera progressiva, a partire dalla fine dello stato di emergenza. Le mascherine restano un obbligo fino alla fine dell’anno scolastico, nonostante praticamente ovunque, ristoranti compresi, non serva più nemmeno il Green Pass.

Decisioni contraddittorie

Una prudenza che può essere apprezzabile, ma che va in contraddizione con altre decisioni che fanno vivere ai ragazzi una situazione completamente diversa: “Il governo è molto cauto e molto prudente: sulle mascherine è il ministro della Salute che detta le regole e poi eventualmente discutiamo, ma bisogna essere attenti. Noi siamo molto cauti, stiamo accompagnando il paese al di fuori di un’emergenza ma siamo molto attenti su tutto”.

A dirlo è stato oggi il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi rispondendo a una domanda sulle mascherine a scuola, a margine del Festival “Parole O_Stili” in corso a Trieste.

Classi sovradimensionate

Una posizione che non trova completamente d’accordo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che nota una evidente incongruenza rispetto alle decisioni prese dal Governo e che riguardano i ragazzi: “Siamo d’accordo sulla linea della prudenza, ma sarebbe opportuno che la linea della tutela fosse a trecentosessanta gradi. Mi spiego meglio: come mai dal 1° maggio gli studenti continuano a portare le mascherine in classe di giorno, ma poi le levano in discoteca la notte? Inoltre, come mai si continuano a formare classi di 25-30 alunni in 35 metri quadrati facendo finta che le regole sulla sicurezza non esistano e la pandemia è solo un ricordo?”.

I bambini di sei anni

Invece dal 1° maggio “i bambini che hanno appena compiuto sei anni, e che frequentano le scuole materne, non hanno più l’obbligo di indossare le mascherine”. Così in una nota Gabriele Lorenzoni, deputato del MoVimento 5 stelle in Commissione Affari sociali della Camera. “Grazie a un emendamento, a mia prima firma, al Dl Riaperture, approvato oggi in Commissione, abbiamo sanato un vulnus che si era venuto a creare sull’obbligo delle mascherine”.

“Con la precedente prescrizione contenuta nel decreto si era venuta a creare una discriminazione all’interno delle stesse classi delle scuole materne, con bambini soggetti all’obbligo di mascherine e altri no. Per questo si tratta di una norma importante”, conclude.