Scuola

Aumento stipendi scuola: i peggiori sono docenti e Ata

Il costo della vita continua ad aumentare, e ha subito un’impennata negli ultimi mesi del 2022 a causa della guerra in Ucraina e dell’aumento delle risorse energetiche. Ma non aumentano di pari passo gli stipendi, anzi. A pagare il prezzo più alto il mondo della scuola con un milione e mezzo tra insegnanti e personale Ata, particolarmente penalizzati dal mancato rinnovo del contratto da tempo immemore.

Aumento di circa 100 euro medi lordi

L’aumento non andrà oltre i 100 euro medi lordi a lavoratore, in arrivo con il rinnovo contrattuale 2018-2021 più gli arretrati. Un contratto che quando sarà approvato sarà già vecchio. Ancora peggio le previsioni per il 2022.

Non può essere certo l’aumento legato alla formazione professionale a risollevare il comparto, considerato che non saranno somme che si andranno ad aggiungere alla busta paga, ma forfettarie. In ogni caso, non sarà possibile vederne gli effetti prima del 2027 e solo in pochi ne beneficeranno.

I sindacati hanno già annunciato di voler scioperare per sottolineare il proprio dissenso. I dati Istat sull’andamento delle retribuzioni rispetto all’inflazione “confermano le nostre preoccupazioni e certificano la perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati”, ha detto il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri.

Una questione di giustizia

“Con buona pace del Presidente di Confindustria, – ha dichiarato all’Ansa – bisogna puntare, dunque, sulla politica salariale: è una questione di giustizia, ma anche di efficienza economica perché solo aumentando i redditi fissi si possono evitare il crollo della domanda interna, la chiusura delle aziende e ulteriore disoccupazione”.

Secondo Bombardieri, infine, “bisogna agire sulla leva fiscale, riducendo il cuneo fiscale e le tasse che pesano su salari e pensioni”. Gli italiani sono sempre più impoveriti da stipendi che non reggono più l’urto del costo della vita. Anche chi lavora, in particolare nel comparto pubblico. Il dato emerge dagli ultimi numeri prodotti dall’Istat, secondo il quale l’inflazione acquisita per l’anno in corso è pari al 5,2%. A pesare sfavorevolmente ai dipendenti sono i contratti modesti o addirittura fermi da tempo, come nel caso della scuola che attende il rinnovo contrattuale ormai da quasi tre anni e mezzo.

Determinazione degli incrementi contrattuali

“Nel primo trimestre del 2022 – scrive l’Istat – la crescita delle retribuzioni contrattuali rimane contenuta. La durata dei contratti e i meccanismi di determinazione degli incrementi contrattuali seguiti finora hanno determinato un andamento retributivo che, considerata la persistenza della spinta inflazionistica, porterebbe, nel 2022, a una perdita di potere d’acquisto valutabile in quasi cinque punti percentuali”.