Scuola

Come diventare insegnanti: arrivano le lauree semi-abilitanti con la riforma reclutamento

Come cambierà il sistema di reclutamento docenti pensato dal ministro Bianchi, che ha già le idee chiare ma dovrà discuterne nei prossimi giorni e nelle prossime settimane con i sindacati? Le novità che porterà il decreto sul reclutamento degli insegnanti caratterizzeranno il futuro prossimo dell’insegnamento, a cominciare dai connotati dei prossimi concorsi, che dovrebbero essere banditi annualmente come annunciato proprio dal ministro.

Si discute della riforma del reclutamento

Non sarà un decreto che vedrà la luce a breve, considerato che sono molti gli aspetti da chiarire e i punti da limare per arrivare a un accordo. Per ottenere il decreto legge bisognerà con ogni probabilità attendere metà maggio, quando arriverà in Consiglio dei Ministri per l’approvazione dopo essere stato messo a punto. Archiviate le elezioni dei sindacati, il Governo può dunque concentrarsi con il dialogo con le parti sociali, per portare risultati nel minor tempo possibile-

Una delle novità che potrebbero caratterizzare il futuro del reclutamento docenti potrebbe essere rappresentata dall’introduzione delle cosiddette lauree semi-abilitanti: laurea triennale più magistrale (3+2) o a ciclo unico con l’aggiunta di 60 crediti formativi su materie antro-psico-pedagogiche acquisibili negli ultimi 2 anni di corso.

I tre modi per diventare insegnanti

Questo significa che da maggio in poi, coloro i quali aspirano a diventare docenti potrebbero intraprendere queste strade:

La prima possibilità potrebbe essere quella di ottenere almeno 30 cfu (di cui 15 di tirocinio) all’università e partecipare ai concorsi scuola, per poi ottenere i restanti 30 cfu e l’abilitazione con un anno a tempo determinato e part-time.

La seconda strada che gli aspiranti docenti potrebbero intraprendere potrebbe essere quella di ottenere 60 cfu e l’abilitazione già durante gli studi. Il passo successivo sarebbe quello di superare il concorso per poi svolgere l’anno di prova. In caso di valutazione positiva, si otterrebbe la conferma in ruolo.

L’ultima possibilità sarebbe quella riservata ai precari “storici”, con almeno 36 mesi di servizio. Per loro ci sarebbe la possibilità di accedere direttamente al concorso. Una volta superate le prove, potrebbero sostenere l’anno di prova.

Sarebbero novità che andrebbero a chiudere il cerchio dopo la prima novità caratterizzata dalla semplificazione delle procedure concorsuali e dalla decisione di bandire i concorsi annualmente.