Scuola

Organico Covid Ata: proroga fino al 30 aprile per scongiurare 55mila licenziamenti

Una soluzione ponte che da un lato testimonia la volontà di prorogare l’organico Covid, ma che dall’altro testimonia le difficoltà, soprattutto economiche che il Governo ha nel sostenere la scuola, anche quando si tratta di impegni formalmente già presi.

55mila dipendenti in bilico

Mancano oramai 15 giorni alla scadenza dell’organico Covid Ata e Docenti, ma della proroga promessa fino alla fine dell’anno scolastico, per il momento nemmeno l’ombra. Il 31 marzo qualcosa come 55mila dipendenti rischiano di tornare a casa, e il problema no sarebbe solo il loro. Sarebbe anche dei dirigenti scolastici e a cascata delle scuole che da un giorno all’altro si ritroverebbero a dover fare a meno di una forza lavoro la cui utilità non scompare con la fine dello stato d’emergenza.

Il Ministero dell’Istruzione è fermo nelle intenzioni di prorogare il contratto per docenti e Ata, ma non ha a disposizione le risorse necessarie. Il dialogo prosegue, ma è evidente che se si è giunti a ridosso ella scadenza, a pochi giorni dal 31 marzo, senza aver trovato ancora una soluzione vuol dire che la situazione è più complicata del previsto.

Mancano 140 milioni

Proseguono le interlocuzioni tra i rappresentanti ministeriali, con riunioni tra tecnici del Ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione per capire come intervenire ed evitare. L’obiettivo è tenere in organico docenti e Ata. Forse non si arriverà alla trasformazione in organico di diritto auspicata dai sindacati, almeno per il momento ma una proroga è necessaria.

Per coprire gli ultimi mesi servono quasi 200 milioni di euro. In totale parliamo di 55mila contratti, la gran parte Ata. Al momento il ministero dispone di soli 60 milioni.

Proroga ponte fino a fine aprile

Una soluzione ponte sarebbe quella di prorogare per il momento fino al 30 aprile, poi, con il nuovo DEF (documento di programmazione economica e finanziaria) da presentare entro il 10 aprile, si potrebbe arrivare fino al 30 giugno.

Il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, spiega su Facebook: “Le nostre scuole hanno bisogno di questo personale fino al termine delle attività didattiche e il ministero dell’Istruzione sta premendo fortemente sul MEF affinché ciò avvenga. Servono altri soldi”.