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Organico Covid Ata: arrivano le istruzioni del Miur per decidere a chi rinnovare e a chi no

Dopo aver ufficializzato lo stanziamento di soli 100 milioni per la proroga dei contratti Covid Ata, il ministero dell’Istruzione ha annunciato il conferimento ai dirigenti scolastici delle istruzioni su come usare i fondi che, non bastando per rinnovare tutti i lavoratori, dovranno essere ottimizzati per ciascun istituto.

Oggi informativa del Ministero

Senza queste indicazioni, i dirigenti scolastici non sanno come procedere per decidere quali contratti rinnovare e quali no. I contratti Covid Ata scadono tra due giorni, il 30 dicembre (anche se alcuni sono già terminati per mancanza di fondi) e dunque le segreterie scolastiche e soprattutto i diretti interessati hanno fretta di capire cosa ne sarà del loro lavoro a partire dal 1 gennaio 2022.

Secondo Orizzonte Scuola, alle 16 ci sarà un’informativa al Ministero dell’Istruzione tra i rappresentanti ministeriali e i sindacati grazei alla quale iniziare ad avere delle linee guida che specificheranno meglio le modalità di investimento dei fondi stanziati dal governo nella manovra 2022. Il passo successivo sarà il diramare una nota per le scuole, grazie alla quale le istituzioni scolastiche capiranno come gestire i rinnovi dei contratti in vista delle scadenze del prossimo prossimo 30 dicembre.

I fondi non bastano per tutti: è il momento delle scelte dolorose

In totale sono stati stanziati 400 milioni di euro, 300 dei quali finanzieranno integralmente i rinnovi dei contratti dei docenti e solo 100 serviranno a rinnovare i contratti Ata. Non tutti, evidentemente. Sembra essere esclusa la possibilità di rinnovare fino al 31 marzo, in modo da spalmare i fondi su tutti i contratti per poi reperire altri fondi e arrivare fino a fine anno scolastico. Lo spettro dei licenziamenti in massa è sempre più presente.

La relazione tecnica a già anticipato che i 100 milioni serviranno per rinnovare 7800 contratti per il personale ATA. Niente da fare dunque per gli altri 14mila. L’ansia cresce non solo per i diretti interessati, ma anche per i dirigenti scolastici che non sanno come gestire l’improvvisa mancanza di personale con cui dovranno fare i conti a partire da gennaio 2022.