Scuola

Supplenze Mad: a dicembre ancora migliaia di cattedre scoperte

Se da un lato il ministro Bianchi ha esultato a settembre per i tempi record con cui l’informatizzazione nomine supplenze è stata completata e ha consentito di coprire un gran numero di cattedre in tempo per l’inizio delle lezioni, dall’altro non si può non considerare un fallimento il fatto che ancora oggi, a tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico, le scuole non hanno ancora completato le assegnazioni di un buon numero di supplenze.

Ricorso alle supplenze eccessivo

Un problema ormai atavico quello della supplentite che affligge la scuola italiana da diversi anni e che sembra ancora ben lontano da una soluzione. La messa a disposizione resta uno strumento imprescindibile per il conferimento di un gran numero di supplenze, uno strumento cui i dirigenti scolastici attingono a piene mani e che dovrebbe essere un rimedio estremo, e che invece costituisce di fatto una regola.

Le cattedre di sostegno sono alcune delle cattedre più ambite. Cattedre che vengono attribuite mediante graduatorie che ogni istituto si costruisce autonomamente sulla base delle richieste spontanee formulate dai candidati.

800 cattedre scoperte in Lombardia

Ci sono regioni che hanno un numero di cattedre particolarmente elevato, come la Lombardia. Che nel mese di dicembre, a pochi giorno dalla fine della scuola per le vacanze estive, ancora fa registrare qualcosa come 800 cattedre scoperte.

Sono qualcosa come 90mila i posti di sostegno quest’anno andati a supplenza annuale. Di questi, 66mila, quasi il 40% dell’organico totale di sostegno, risultano in deroga. Questo significa che si tratta di cattedre che si possono assegnare unicamente ai precari. Ancora più grave il fatto che poco meno della metà, circa 40mila sono affidate a supplenti non specializzati.

Cicli di Tfa insufficienti

Marcello Pacifico, leader dell’Anief, denuncia il fatto che “si continuano ad attivare cicli di Tfa che non vanno oltre 20-22mila posti e pure maldistribuiti: dove ci sono migliaia di posti vacanti, si specializzano poche centinaia di docenti; dove vi sono pochi posti, invece, si specializzano in migliaia. Intanto, persistono i vincoli gratuiti sui requisiti di accesso ai corsi. Il sindacato non ci sta: dopo il sì del Consiglio di Stato, che ha stabilito che il numero dei posti dei docenti da specializzare si stabilisce in base alle necessità e non lo decidono gli atenei a seconda della loro organizzazione interna. A questo proposito, Anief continua a raccogliere adesioni al ricorso del sindacato contro il numero inadeguato di posti previsti per il VI ciclo TFA sostegno: l’obiettivo è aumentare il numero dei frequentanti i corsi di specializzazione favorendo l’ammissione ai corsi universitari specializzanti anche di chi è stato escluso in modo illegittimo”.