Green Pass illegittimo, classi pollaio e record di supplenti. Sono argomenti più che sufficienti per spingere Anief a proclamare per il primo giorno di scuola lo sciopero del personale scolastico. Una scelta forte, per inviare un segnale altrettanto forte. Troppe cose non vanno e non sono state sistemate in vista di quello che si prospetta come l’anno scolastico più delicato della recente storia del nostro Paese.
Protocollo sulla sicurezza bocciato
Anief non ha sottoscritto il nuovo protocollo sulla sicurezza, e dunque protestare in concomitanza con il suono della prima campanella del 2021/2022 sembra inevitabile. Le criticità sono molte, ma certamente quella legata al sovraffollamento delle classi resta al primo posto. Un problema sollevato da anni, ben prima della pandemia. Problema che alla luce del problema dei contagi Covid, diventa di allarmante urgenza.
Dunque distanziamento ma non solo. Il sistema di reclutamento insegnanti si è rilevato fallimentare, anche per quel che riguarda gli stessi supplenti. Il problema del precariato sta deflagrando in tutta la sua drammaticità. A pagare non solo i docenti che non hanno certezze sul loro futuro lavorativo. Ma anche e soprattutto gli studenti che non possono beneficiare della continuità didattica, presupposto fondamentale per una crescita a livello di istruzione e personalità.
Studenti già reduci da due anni scolastici contrassegnati dalla didattica a distanza, che ha prodotto una preparazione ben al di sotto degli standard minimi. Per questo il primo giorno di scuola ci sarà lo sciopero. Una scelta che potrebbe sembrare contraddittoria, perchè anche un solo giorno in meno nelle aule è una penalizzazione di cui gli studenti non hanno bisogno. Ma che resta l’unico strumento per far sentire la propria voce e veder rispettati i propri diritti fondamentali.