Scuola

Supplenze COVID scuola: cosa succede in caso di lockdown e lavoro agile

Il tema delle supplenze COVID scuola è particolarmente spinoso, e costellato da tantissime incertezze inevitabili per un protocollo in via di definizione. Il Ministero stesso è alle prese con un qualcosa di nuovo, che per forza di cose deve essere mutevole e perfettibile, cercando di adeguarlo, giorno per giorno o quasi, alle mutate condizioni epidemiologiche del Paese.

Per le supplenze covid scuola con il DL di Agosto si è provveduto all’assunzione di circa 60.000 docenti e Ata. Ciò che ancora i diretti interessati non hanno compreso, e come possa sposarsi tutto ciò con lo smart working, o lavoro agile, che sta già interessando tantissime figure professionali a scuola e non. Come è possibile fare in modo che questi incarichi, per loro stessa natura a tempo determinato, proseguano e vengano tutelati anche in caso di sospensione delle attività didattiche per lockdown?

Supplenze COVID scuola: cosa succede in caso di lockdown e lavoro agile

La garanzia, al momento, come specificato dall’USR Piemonte, è che in caso di lockdown, il personale assunto con contratto cosiddetto COVID prosegue l’attività in modalità agile.

Lo specifica anche il ministero con una nota di ieri, assicurando che il personale potrà assicurare le relative prestazioni con le modalità di lavoro agile, anziché vedere risolto il relativo contratto senza indennizzo, come previsto dalla norma previgente, al fine di garantire, in qualunque caso, il principio di continuità didattica.

Quindi una importante rassicurazione per tutte quelle figure professionali assunte con le supplenze covid scuola che temevano di restare a casa al primo eventuale lockdown.

Ma con quali modalità? Questo resta ancora un tema da chiarire. Perchè i collaboratori scolastici e altri profili del personale A.T.A. non possono lavorare in modalità agile per la natura delle loro mansioni. Solo il Ministero, si spera in tempi brevi, potrà dirimere la questione.