Anno di servizio sì, titoli culturali no: le decisioni sulle riserve del ministero per l’aggiornamento Gps 2026

Tra qualche giorno arriverà l’ufficialità della decisione del ministero di anticipare l’aggiornamento Gps 2026 alla sessione invernale, modificando in questo modo la solita collocazione temporale che vede storicamente la procedura collocata in primavera.

In attesa dell’ordinanza

Non ci sono ancora data di inizio e di fine della finestra temporale individuata dal ministero, ma verrà comunicata ufficialmente nei prossimi giorni contestualmente all’a pubblicazione dell’ordinanza che disciplinerà le supplenze.

I sindacati hanno espresso contrarietà nei confronti di questa decisione, ma il ministero, pur concedendo un punto di incontro (si era pensato in un primo momento addirittura di anticipare a dicembre 2025 o a gennaio 2026), manterrà l’orientamento che punta ad avviare la procedura all’inizio di febbraio.

I motivi dell’anticipo

Lo scopo, come ormai noto, è consentire una gestione della procedura più agevole scongiurando tutti quegli errori che possono derivare da una tempistica affrettata. Il ministero ha ascoltato le rimostranze dei sindacati, ma alla fine prenderà autonomamente la propria decisione, che in realtà sembra già presa, salvo novità dell’ultim’ora.

Anno di servizio sì, titoli culturali no

Il ministero sta in ogni caso prendendo in seria considerazione le opposizioni basate sul fatto che un aggiornamento così anticipato potrebbe creare problemi a chi conclude master o corsi di perfezionamento dopo febbraio. In questo caso si tratta di titoli che non potranno essere dichiarati.

La buona notizia è che il ministero ha dato l’ok per consentire la dichiarazione dell’anno di servizio in corso con riserva, utile per il punteggio. Niente riserva invece per i titoli culturali. Curiosità anche per capire nel dettaglio il nuovo funzionamento dell’algoritmo in seguito alle modifiche sul ripescaggio accordate dal ministero.