Sciopero 12 dicembre 2025 scuola: precariato, stipendi e pensioni al centro della protesta

Sarà ricordato sicuramente come uno degli avvii di anno scolastico più contraddistinti dagli scioperi questo 2025, come conferma la nuova agitazione prevista per il prossimo 12 dicembre 2025. Uno sciopero generale che vedrà coinvolti scuola, università e ricerca. Settimane dunque ancora contrassegnate dall’incertezza queste ultime in vista delle vacanza natalizie, subito dopo il lungo weekend dell’Immacolata. L’approvazione della Legge di Bilancio spinge i sindacati a indire nuove agitazioni per provare a far accogliere le proprie richieste.

Coinvolti tutti i settori

Prevista l’astensione dalle attività lavorative e non solo per l’intera giornata in tutti i settori: nel comparto istruzione e ricerca aderisce anche il sindacato di categoria. Al centro le critiche alla Legge di bilancio.

Il Ministero conferma lo sciopero con la diffusione di un avviso sullo sciopero generale proclamato dalla CGIL, che interesserà l’intera giornata lavorativa e tutti i settori, pubblici e privati. La mobilitazione è nazionale e prevede manifestazioni territoriali diffuse in tutto il Paese.

Adesione del comparto istruzione e ricerca

Allo sciopero ha aderito anche la FLC CGIL per il comparto e l’area dell’Istruzione e della Ricerca. L’astensione riguarda il personale scolastico, universitario, della ricerca, dell’AFAM, della formazione professionale e delle scuole non statali, compresa l’area dirigenziale e i docenti universitari. L’interruzione delle attività è prevista per l’intera giornata di lavoro.

Le motivazioni della protesta

Le motivazioni dello sciopero riguardano principalmente la richiesta di modifiche alla manovra di bilancio 2026, ritenuta non adeguata a rispondere alle criticità del sistema economico e sociale. Tra le principali rivendicazioni figurano il rafforzamento del potere d’acquisto di salari e pensioni, la tutela del contratto nazionale con rinnovi considerati economicamente adeguati, il contrasto alla precarietà nei settori della conoscenza e l’aumento delle risorse destinate al salario accessorio. Al centro anche la richiesta di maggiori investimenti in sanità, istruzione e servizi pubblici, l’opposizione all’innalzamento dell’età pensionabile e la sollecitazione di una riforma fiscale giudicata più equa.