Svolta nell’algoritmo Gps: ministero dice sì al ripescaggio, dal 2026 tornerà indietro per i rinunciatari per sedi non espresse

Importante novità al termine dell’incontro tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e sindacati per parlare delle nuove GPS graduatorie provinciali e di istituto per gli anni scolastici 2026/27 e 2027/28. Un po’ a sorpresa, considerata la chiusura degli anni passati rispetto a modifiche all’algoritmo, il ministero ha deciso di accogliere le istanze sindacali accordando un nuovo sistema di “ripescaggio per i docenti che non ricevono nomina nel turno in cui sono inseriti.

L’algoritmo tornerà indietro

L’algoritmo dal prossimo anno, dall’estate del 2026, tornerà finalmente indietro, andando a ripescare i cosiddetti rinunciatari per i quali invece la cattedra si trova al turno successivo. Una prima apertura importante da parte del ministero, che fino ad oggi aveva sempre definito il sistema applicato dall’algoritmo “giusto” così com’era, non ritenendo necessarie modifiche.

Ma evidentemente anche alla luce delle recenti sentenze che ancora una volta hanno dato ragione ai docenti che sono stati considerati rinunciatari per sedi non espresse, il ministero ha ritenuto opportuno modificare quelle parti che secondo i sindacati hanno rappresentato le principali criticità. Ora c’è curiosità per conoscere nel dettaglio le modalità di attuazione.

Confermate le sanzioni

Niente da fare invece per l’inasprimento delle sanzioni anche per chi rinuncia alla nomina, che riguarderà l’esclusione per l’intero biennio dalle graduatorie. Su questo aspetto il ministero non ha voluto fare marcia indietro.

Dunque l’algoritmo dal prossimo anno “tornerà indietro” una modifica epocale importante anche alla luce del fatto che con la recente introduzione della conferma dei docenti di sostegno su richiesta della famiglia, che ha comportato lo scavalcamento di docenti specializzati e con buon punteggio a vantaggio di colleghi non specializzati e con punteggio inferiore, la sensazione di ingiustizia percepita era aumentata. La norma sulla conferma del docente di sostegno su richiesta della famiglia è stata prorogata per i prossimi due anni dal ministero, ma il prossimo maggio ci sarà il pronunciamento del Tar sulla sua legittimità come da ricorso sindacale.