La volontà del ministero di anticipare la finestra temporale di venti giorni utile alla presentazione delle domande valide per l’aggiornamento biennale delle Gps previsto per il 2026, è motivato dalla necessità di facilitare il lavoro delle segreterie scolastiche.
Boom di domande in arrivo
Questa necessità si concilia anche con la previsione di un alto numero di domande presentate in vista del prossimo aggiornamento, anche superiore al passato, in virtù dell’arrivo del nuovo esercito di specializzati Indire, che si sono iscritti ai nuovi corsi abbreviati per triennalisti e specializzati estero che vogliono ottenere la qualifica per insegnare sul sostegno.
Un proposito sicuramente condivisibile, a patto che si sposi con le esigenze di moli docenti di riuscire a perfezionare i giorni di servizio utili al conseguimento del punteggio per migliorare la propria posizione in graduatoria. E si sa come qualche punto in più in graduatoria possa davvero fare la differenza in vista dell’assegnazione delle supplenze mediante algoritmo in estate. Procedura ancora più complessa con l’introduzione della conferma del docente di sostegno su richiesta delle famiglie.
La necessità di un punto d’incontro
Mettere in calendario la procedura a fine gennaio, come inizialmente paventato dal ministero, escluderebbe moltissimi docenti da questa possibilità. Per questo è probabile che si trovi un punto di incontro anticipando rispetto alla primavera inoltrata, ma aprendo la finestra temporale non prima di febbraio.
La convinzione del ministero è che le segreterie scolastiche riuscirebbero a gestire meglio le domande se la scadenza fosse anticipata a gennaio. La proposta di anticipare le tempistiche, che non ha trovato grande favore da parte dei sindacati, è proprio in ottica di agevolare il lavoro delle segreterie. Il ministero ha fatto questa riflessione analizzando ciò che è avvenuto negli anni precedenti, quando scadenze troppo tardive, hanno reso complesso il compito di valutare le domande con la necessaria attenzione.
Il fenomeno delle false supplenze
L’obiettivo del ministero è scongiurare o comunque ridurre al minimo il fenomeno ricorrente delle “false supplenze”, su sostegno e non solo a docenti che in realtà non avrebbero dovuto avere il titolo. Oltre al riconoscimento del servizio svolto ex post, in seguito al conseguimento del titolo appropriato.