Ci sarà da attendere ancora molto per conoscere la decisione dei giudici in merito alla nuova norma sulla conferma del docente di sostegno su richiesta della famiglia introdotta per la prima volta quest’anno e già confermata per il prossimo biennio con una proroga da parte del ministero.
I numemri della nuova norma
L’udienza per il ricorso intentato da Anief contro questa nuova norma è stata fissata al prossimo 6 maggio 2026. La cattiva notizia è che mancano ancora molti mesi all’udienza pubblica relativa al ricorso promosso da Anief contro il DM 32 del 26 febbraio 2025, la buona notizia è che una decisione favorevole potrebbe avere il tempo di far valere la sua efficacia prima che la norma venga nuovamente applicata in vista del nuovo anno scolastico.
Quest’anno sono state quasi 50mila le famiglie che hanno deciso di aderire alla nuova possibilità offerta dalla normativa, consentendo la conferma in ruolo di altrettanti docenti sul sostegno, che hanno così potuto garantire continuità didattica agli studenti che seguivano già l’anno precedente.
Questo però, come previsto, ha provocato molte polemiche da parte di quei docenti specializzati con buon punteggio che si sono visti scavalcare in graduatoria da colleghi a volte nemmeno specializzati e con punteggio inferiore, solo perché destinatari di conferma.
I motivi del ricorso
Va detto che questo è potuto accadere solo in occasione del bollettino zero, entro fine agosto, e che si tratta di docenti che in quella tornata di nomine sarebbero già stati destinatari di supplenza.
Una norma che ha anche snellito notevolmente tutta la procedura di assegnazione supplenze mediante algoritmo, che infatti quest’anno in concomitanza dell’avvio dell’anno scolastico erano stare per larga parte già conferite.
Il ricorso di Anief si basa sulla contestazione della violazione del principio di merito, che impone alla pubblica amministrazione di individuare i docenti più qualificati sulla base del punteggio e dei titoli posseduti.
Secondo i ricorrenti, il sistema delineato dal decreto sottrae centralità ai criteri oggettivi di selezione. Si è venuto a creare un modello estraneo alla scuola statale incompatibile con i principi di imparzialità e buon andamento.
Il sindacato teme anche il rischio di logiche clientelari, con conseguenze negative per gli alunni con disabilità e per tutto il sistema scolastico.