Nuova condanna per l’algoritmo: illegittimo scavalcare i docenti, deve “tornare indietro” o scatta il risarcimento

Dovrà tenere contro anche della recente sentenza del 14 novembre 2025 il ministero nel valutare le richieste dei sindacati di modifica dell’algoritmo supplenze in vista del prossimo anno. Della richiesta, già avanzata nel corso del primo incontro per l’informativa in vista dell’aggiornamento Gps 2026, si discuterà nuovamente giovedì nel corso della prossima informativa in programma.

L’aggiornamento delle gps 2026

Che vedrà come tema principale la collocazione temporale della finestra utile all’aggiornamento biennale delle gps nel 2026, che il ministero vorrebbe anticipare, decisione che lascia perplessi i sindacati. Ma ci saranno anche altri temi di cui discutere, tra cui le modifiche all’algoritmo.

I sindacati punteranno anche sulla recente decisione del Tribunale di Firenze per motivare la loro richiesta di inserire una modalità di ripescaggio per i docenti ritenuti rinunciatari in virtù di sedi non espresse.

Il giudice ha accolto il ricorso presentato dalla UIL Scuola in favore di una docente inserita nelle graduatorie GPS. La motivazione è che è stata riconosciuta l’illegittimità delle modalità con cui il Ministero dell’Istruzione ha assegnato le supplenze annuali.

L’errore dell’algoritmo, secondo la sentenza, sta nell’aver conferito incarichi a docenti con punteggio inferiore rispetto ad altri pur appartenenti alla stessa graduatoria.

Risarcimento di oltre 17mila euro

L’algoritmo ha agito in questo modo per l’incompletezza nella scelta delle sedi presenti nella domanda, ma secondo i giudici questa non può essere una motivazione che comporta l’esclusione dalle convocazioni successive, nel caso le sedi disponibili rientrino tra quelle effettivamente indicate dal candidato.

L’algoritmo dovrebbe agire in modo che le sedi rese disponibili nel turno successivo siano attribuite ai candidati con miglior posizione in graduatoria e non ancora destinatari di una proposta.

Il docente scavalcato ha quindi ottenuto un risarcimento di oltre 17.000 euro, sentenza che conferma la necessità di modificare le modalità di assegnazione delle supplenze intervenendo sulle impostazioni dell’algoritmo.