La settimana che si è aperta oggi sarà molto importante per le novità in vista delle graduatorie Gps dell’anno prossimo, in particolare per quel che riguarda eventuali ritocchi che i sindacati chiederanno al ministero di apportare al funzionamento dell’algoritmo per l’assegnazione degli incarichi a tempo determinato che ogni anno sono croce e delizia dei precari.
La richiesta di modifiche all’algoritmo
Delle modifiche che i sindacati vorrebbero apportare all’algoritmo, di cui si parla peraltro da molto tempo essendo una criticità che si ripropone ciclicamente, si è già parlato nel primo incontro di informativa in vista dell’aggiornamento delle Gps 2026.
Non che ce ne fosse bisogno, ma il ministero ha confermato l’intenzione di ricorrere all’informatizzazione per le nomine supplenze mediante algoritmo anche per i prossimi due anni scolastici.
L’espressione “l’algoritmo non torna indietro” è ormai diventata di uso comune, così come il presunto “errori dell’algoritmo“, tacciato di saltare determinati docenti favorendone altri con punteggi inferiori. Con l’introduzione della nuova norma della conferma del docente di sostegno su richiesta della famiglia, questa condizione se possibile è stata ancora più esasperata, con molti docenti specializzati non destinatari di conferma che si sono visti scavalcare da colleghi con punteggio inferiore e non specializzati, almeno nel bollettino zero.
L’introduzione di un sistema di ripescaggio
Tra le critiche mosse all’algoritmo sia il fatto che la scelta delle max 150 preferenze è al buio, sia il fatto che nel caso di sede non indicata risulta tra quelle utili per l’assegnazione, il docente diventa “rinunciatario, non partecipando ai turni successivi di nomina.
I chiarimenti degli uffici scolastici ogni anno hanno specificato che “Va inteso come rinunciatario il soggetto che non ha ricevuto assegnazione di incarico per non aver indicato nell’istanza presentata posti disponibili in talune sedi che, in ragione della posizione in graduatoria, avrebbero potuto essere assegnategli, ossia colui che, pur trattato dal sistema nel singolo turno di nomina, non ha ricevuto una sede in conseguenza delle limitazioni alle sedi espresse nella sua domanda”.
La volontà dei sindacati è quella di modificare l’algoritmo in modo che venga introdotta una sorta di modalità di ripescaggio che riduca il rischio di diventare “rinunciatari” nel caso di cattedre presenti nel turno successivo di nomina.