A fine mese nuovo incontro per provare a concludere la trattativa per il rinnovo del contratto scuola, ma trovare un accordo tra ministero e sindacati sulla base delle cifre attualmente messe sul tavolo non sarà semplice. Da un lato c’è la volontà di chiudere l’accorso, in modo da passare subito alla contrattazione del triennio successivo che consentirebbe ulteriori aumenti. In questo modo, si riuscirebbe a garantire in maniera stabile gli aumenti proposti in busta paga, comprensivi degli arretrati.
Scuola indietro
Dall’altro lato i sindacati vogliono lanciare un segnale forte: gli stipendi del personale scolastico sono troppo indietro rispetto ai colleghi della pubblica amministrazione, e questo genere di aumenti di stipendio è insufficiente per recuperare il gap.
Lo sostiene il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, confermando di aver ribadito questi concetti durante l’incontro tenuto venerdì scorso a Palazzo Chigi sulla prossima legge di bilancio.
La media dei dipendenti pubblici
Oltre a essere insufficienti in termini assoluti, gli stipendi dei docenti sono inadeguati soprattutto se confrontati con quelli degli altri dipendenti pubblici. Gli stipendi dei docenti italiani, lo confermano i dati del rapporto OCSE “Education at a Glance 2025”, sono ancora più bassi addirittura del 33% rispetto alla media degli altri dipendenti pubblici. Confronto ancora più imbarazzante se si allarga la prospettiva e si guarda al confronto con gli standard europei.
La richiesta di Pacifico in sede di contrattazione, e verrà ribadita a fine ottobre in occasione del prossimo incontro, è provocatoria ma rende l’idea delle necessità di intervento sui contratti della scuola: servono 150 euro al mese in più per i prossimi cinque anni rispetto agli altri lavoratori del pubblico impiego per pareggiare i livelli economici del 2001.
Segnale positivo dall’Aran
“Peccato che nessuno, oltre noi, ha posto delle risposte che servono alla scuola”, ha dichiarato il leader Anief. Al momento la trattativa per il rinnovo del CCNL 2022-24 non va oltre il 6% di aumento. Un segnale positivo è arrivato dall’Aran, che si impegna a comunicare da subito le risorse previste per il prossimo rinnovo contrattuale 2025-27, cosa che costituirebbe un segnale di rottura rispetto al passato.