L’elevato numero di posti messi a bando con il prossimo concorso scuola Pnrr 3 ha lasciato perplessi quanti ritenevano che il ministero avrebbe provveduto solo a colmare con questa nuova procedura i posti rimanenti per raggiungere gli accordi presi con Bruxelles in ambito Pnrr, ovvero 70mila unità.
Più posti del previsto
Si è andati però ben oltre i 20mila posti necessari per arrivare al risultato previsto, considerato che il bando mette a disposizione 58mila posti. Con questo concorso da quasi 60mila posti, con una prospettiva previsionale che copre il fabbisogno per il prossimo triennio, il timore è che si penalizzino le nuove graduatorie regionali, dalle quali si attingerà per docenti idonei su posti residuali, limitandone l’efficacia.
L’onorevole Pittoni ha avuto modo di spiegare, a questo proposito, che “un conto sono i posti banditi, un altro il numero degli assunti per concorso (che è sempre minore). Anche i due concorsi precedenti avevano numeri alti, ma il target è stato raggiunto sul filo di lana, quando in questa fase obiettivo fondamentale per recuperare margini d’azione e tornare a “respirare” sono invece proprio le 70 mila assunzioni Pnrr”.
Le supplenze temporanee
Ora ci si chiede cosa accadrà con le supplenze, e se finalmente diminuiranno con l’attivazione dei nuovi concorsi.
I concorsi negli ultimi anni ci sono sempre stati, soprattutto con i pnrr ravvicinati, ciò nonostante abbiamo assistito a un aumento delle supplenze fino al 31 agosto. Da cosa dipende? Nella maggior parte dei casi, dipende dall’assenza di graduatorie aggiornate per le immissioni in ruolo.
Un certo effetto i nuovi concorsi l’hanno avuto su molti posti vacanti che sono stati finalmente coperti. Il risultato è stata una riduzione delle supplenze annuali. Un effetto che non si potrà verificare sulle supplenze al 30 giugno e su quelle temporanee che sono legate a sostituzione di docenti già di ruolo. Si tratta di una problematica che ci sarà sempre, e che i concorsi non potranno eliminare.