Partecipare a un concorso scuola, d’ora in poi, costerà non poco ai docenti che vorranno provare a ottenere una cattedra mediante questo tipo di procedura. Entro fine anno sarà bandito il prossimo concorso Pnrr 3, ultimo appartenente alla trilogia delle procedure accodate dall’Italia con l’Europa, e che rientrerà nel post fase transitoria.
I requisiti per il Pnrr 3
Questo comporta che per partecipare ai prossimi concorsi scuola (anche a quelli previsti dal 2026 extra Pnrr, dovrebbe essercene uno l’anno) bisognerà rientrare nei requisiti di accesso sanciti dal dm n. 205 del 26 ottobre 2023 per la scuola secondaria, ovvero il possesso dell’abilitazione o il possesso di almeno tre annualità di servizio negli ultimi cinque anni, di cui una specifica sulla classe di concorso.
Chi non ha le tre annualità di servizio, dovrà sostenere una spesa non indifferente per partecipare al concorso: costi ridotti per chi è ancora iscritto a un percorso di laurea magistrale e ha diritto ad abilitarsi durante gli studi, beneficiando dello sconto previsto dal DPCM e di ulteriori riduzioni aggiuntive applicate direttamente dagli atenei ai propri iscritti. In ogni caso le cifre si aggirano sui 2mila euro.
Va peggio a chi si vuole abilitare ma è nelle condizioni di essere già laureato e quindi fuori del percorso universitario: in questo caso il costo massimo è di 2500 euro, tetto imposto per tutti gli atenei a livello nazionale.
A pagamento anche la specializzazione su sostegno
Una cifra che è tutt’alto che scontato che tutti possano permettersi, soprattutto se si considera che chi partecipa al concorso nella stragrande maggioranza dei casi è un precario o non lavora affatto.
Il tema del dover “pagare per lavorare” nella scuola pubblica si sta sempre più ampliando negli ultimi anni, anche in virtù di una condizione che accomuna chi partecipa al Tfa e adesso anche ai percorsi, pur abbreviati, di specializzazione sul sostegno organizzati da Indire e Università.