Potrebbero davvero cambiare molte cose nel mondo della scuola già nel 2022 se gli emendamenti al vaglio della V Commissione del Senato nell’ambito del Sostegni ter dovessero passare. In particolare, sono gli emendamenti del sindacato Anief a offrire interessanti prospettive. In virtù degli emendamenti presentati, nel caso venissero accolti, si procederebbe a risolvere la questione dei precari da assumere in ruolo, mediante tutte le fasce delle graduatorie, prevedendo per chi è in seconda e senza abilitazione dei corsi ad hoc di formazione e abilitanti all’insegnamento che consentano l’esercizio della professione durante l’anno di prova.
Ma si parla anche della possibilità di riconoscere in pieno l’anno di prova neo-assunti 2021 da Gps, le assunzioni dei candidati risultati idonei ai concorsi e dei facenti funzione Dsga; l’attivazione dei passaggi professionali “verticali” per il personale ATA; la fine del “dimensionamento” imposto dalla Legge Gelmini tagli sedi e posti di lavoro, oltre che di tante ore di tempo scuola, delle compresenze e dei docenti specializzati; la conferma per tutto l’anno scolastico corrente dell’organico Covid, poi da collocare in quello di diritto; la valorizzazione del personale Ata, dimenticato da decenni; il rinnovo del CSPI entro fine primavera; l’assegno alimentare ai lavoratori sospesi e senza stipendio perché non vaccinati; il potenziamento del personale amministrativo, tecnico e ausiliario; la conferma in ruoli di tutti coloro che hanno firmato un contratto a tempo indeterminato con riserva; misure a sostegno, almeno fino al 2024, degli enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
“Sono troppi i problemi da affrontare e risolvere per migliorare l’offerta formativa scolastica – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché con il Covid19 il funzionamento delle scuole ha mostrato tutti i suoi limiti. L’emblema del mancato apporto di chi governa verso le esigenze delle Scuola è nella mancata considerazione della vittoria ottenuta da Anief a livello UE, con il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e da quello dei Diritti Sociali che anno accolto una denuncia che obbliga lo Stato Italiano a risolvere il problema del precariato entro il 2022: la pronuncia è stata netta, ma sinora in Italia non si è fatto praticamente nulla. La scadenza però rimane. La verità è che non si può continuare ad abbandonare il personale, come pure i lavoratori degli enti di ricerca, ancora di più perché in questo modo si danneggiano anche gli studenti”.
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Buongiorno,
Volevo chiedere ragguagli sul trattamento riservato ai precari che (come me) hanno lavorato tanti anni nella scuola paritaria (8) e solo 2 nella statale. Grazie