Scuola

Rientro a scuola, 5 regioni decidono il rinvio per l’emergenza trasporto pubblico

Mobilità insegnanti: come cambiano percentuali trasferimenti e immissioni in ruolo

La data del 14 settembre indicata come inizio della riapertura delle scuole viene confermata per il momento, ma il tema della non sufficienza dei mezzi pubblici, disponibili in termini di capienza solo per l’80% per garantire il distanziamento sociale, sembra mettere a rischio queste certezze.

E infatti ci sono già quattro regioni che ritengono più saggio posticipare di dieci giorni, al 24 settembre, in modo da riuscire a organizzare meglio il tutto e garantire, o almeno provarci, la copertura di quel 20% di posti mancanti che rischia di mandare in tilt il sistema pubblico e non solo. Sono Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata e Abruzzo.

Insomma il tema dell’emergenza in vista del ritorno a scuola si gioca a trecentosessanta gradi nel mondo della scuola, e le complicazioni sembrano nascere già ben prima del suono della campanella, con l’arrivo a scuola dei ragazzi. Viene da chiedersi cosa potrà succedere poi una volta che gli stessi saranno assembrati fuori dagli istituti, e come i professori e il personale della scuola riusciranno a gestire aule, bagni, palestre, corridoi.

Un campo minato nel quale non si sono mai avventurati, e nel quale per la verità non si è mai avventurato nessuno. Ma la necessità di tornare alla normalità è prioritario, anche per il mondo della scuola. Che si lega a doppio filo al tema della normalità delle famiglie, molte delle quali impossibilitate a gestire le eventuali lezioni a distanza dei ragazzi, senza rinunciare alla propria attività lavorativa. Agosto è finito, settembre è arrivato e il conto alla rovescia è iniziato. Restano 14, al massimo 24 giorni per limare gli ultimi dettagli. Dopodichè ci si dovrà confrontare con la realtà di tutto ciò che finora si è solo ipotizzato o immaginato.