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Esame avvocato 2018: cosa cambia nella prova orale e scritta

L’esame avvocato 2018 cambia rispetto al passato. Quali sono le novità per l’esame di abilitazione e come funziona lo vediamo in questo articolo. Quella dell’avvocato è ancora una delle professione più ambite in Italia, nonostante l’alto numero di professionisti che non sempre riescono a guadagnare quanto vorrebbero.

Se da un lato in Italia si fa causa un po’ per tutto, soprattutto in tema civile e di responsabilità alla guida, è anche vero che poi non sempre è facile ottenere il compenso e le lungaggini burocratiche e della macchina giustizia frustrano la professionalità degli avvocati.







Ciò nonostante, quando si esce dal diploma Giurisprudenza resta una delle facoltà preferite, spesso, purtroppo, come parcheggio da parte di chi non sa che altro fare. Chi ha la bravura di laurearsi, poi opta per la professione forense, con la conseguenze che ogni anno l’esame di abilitazione alla professione di avvocato conta un numero di candidati impressionante.

In Italia, alla fine del 2015, erano iscritti ai vari consigli dell’ordine 237.132 avvocati: trent’anni prima erano soltanto 48.327.

L’esame per diventare avvocato è difficile, e da quest’o 2018 cambia ancora. Come funziona l’esame avvocato? Quale percorso bisogna fare e quali prove sostenere?

Per accedere all’esame avvocato bisogna essere in possesso di una laurea magistrale in giurisprudenza, di durata quinquennale, e aver concluso il periodo di pratica forense.

Durante la pratica forense, bisogna affiancare un avvocato, con almeno cinque anni di iscrizione all’albo degli avvocati, per diciotto mesi. E’ qui che si fa esperienza assistendo alle udienze e redigendo atti.

Chi non riesce a trovare uno studio legale che consenta di fare pratica (ma è abbastanza facile visto l’alto numero di studi presenti sul territorio e il fatto che essendo la pratica gratuita, per gli studi stessi è una buona opportunità di avere un aiuto a costo zero), può svolgere la pratica forense presso l’avvocatura dello stato, o istituti previdenziali come l’Inps.

E’ anche possibile svolgere la pratica durante il periodo universitario (sei mesi, durante l’ultimo anno) o svolgendo un tirocinio presso un ufficio giudiziario.

Prove scritte per esame avvocato 2018

Le prove scritte dell’esame di abilitazione da avvocato si svolgono in un’unica sessione annuale. Solitamente si svolgono verso metà di dicembre. Sono composte da tre giornate consecutive. Le prove consistono nel redigere un parere in materia di diritto civile (a scelta fra due tracce), un parere in materia di diritto penale (sempre fra due tracce disponibili) e un atto giudiziario. Per quest’ultima prova, il candidato può scegliere fra diritto civile, diritto penale o diritto amministrativo.

Da questo 2018, la durata delle prove verrà ridotta da sette ore per ogni prova a sei ore. Inolre al contrario del passato, sarà possibile svolgere l’esame avvalendosi solo di codici non commentati con la giurisprudenza, come per il concorso in magistratura.

Prove orali per esame avvocato 2018

Chi supera gli scritti dell’esame da avvocato accede alla prova orale. Una prova che solitamente si svolge a partire dal luglio dell’anno successivo al sostenimento delle prove scritte. Dopo la pubblicazione degli esiti, i candidati ammessi sostengono un colloquio su:

diritto civile;
diritto processuale civile;
diritto penale;
diritto processuale penale;
deontologia.

Si tratta di cinque materie sono obbligatorie per tutti. A questi si aggiungono altre due materie, a scelta del candidato, fra le seguenti:

diritto costituzionale;
diritto amministrativo;
diritto del lavoro;
diritto commerciale;
diritto comunitario ed internazionale privato;
diritto tributario;
diritto ecclesiastico;
ordinamento giudiziario e penitenziario.