Scuola

Diplomati magistrali, verso la proroga del contratto a tempo determinato

È in arrivo una soluzione per i diplomati magistrali, i circa 50 mila insegnanti che, secondo la sentenza del Consiglio di Stato di dicembre scorso, sono stati esclusi dalle graduatorie ad esaurimento e dovranno quindi essere licenziati (nel caso dei circa 6 mila assunti con clausola di riserva) oppure retrocessi. Nel corso delle riunioni al ministero dell’Istruzione tra sindacati e nuovi vertici, è emerso finalmente lo schema che potrebbe venire incontro alle proteste dei docenti senza però violare il principio stabilito dalla sentenza: non è ancora stato firmato e ufficializzato ma è per ora il punto di caduta di tutte le richieste.







I diplomati magistrali, secondo questo accordo di massima, avranno un anno di proroga del proprio contratto, a tempo determinato: quindi nessun licenziamento e nessun distacco traumatico dal posto di lavoro fino a giugno del 2019. In pratica resterebbero tutti al loro posto, sia quelli assunti che gli altri, ancora precari, per un altro anno scolastico, con un contratto a tempo in attesa della seconda fase: e cioè un concorso facilitato, il cosiddetto transitorio, che riguarderà tutte le categorie attualmente escluse dalle graduatorie, sia i diplomati che i laureati in scienze della formazione. In questo modo verrà creata una graduatoria regionale parallela a quella regionale: insieme queste due graduatorie concorreranno ad occupare i posti vacanti del famoso 50% che per legge viene destinato appunto a chi è nelle graduatorie. L’altro 50% resta riservato ai vincitori di concorso tradizionale. Il transitorio dovrebbe essere modellato secondo lo schema del concorso facilitato che è stato fatto in primavera per la scuola secondaria.

Un milione di insegnanti in ballo
Questa è l’impostazione generale su cui si sta lavorando, ma ovviamente emergono alcuni nodi, prima di tutto quello dei numeri. Facendo un calcolo a spanne, un milione di insegnanti potrebbe partecipare a questo transitorio: una massa enorme di persone che creerebbero quindi di nuovo una graduatoria infinita, considerando che si tratta di un percorso facilitato (colloquio orale e titoli) dove praticamente non è prevista bocciatura. Una delle ipotesi in campo è quella di creare uno sbarramento, ma questo potrebbe scatenare nuove masse di ricorsi perché tecnicamente, se il transitorio fosse aperto a tutti quelli che possiedono un titolo abilitante rilasciato prima del 2001, non sarebbe giuridicamente giusto lasciare fuori chi, ad esempio, non ha almeno un tot di anni di servizio: si paleserebbero lacune di costituzionalità. Valutazioni da fare con calma: intanto per un anno i diplomati dovrebbero essere salvi, anche se a tempo. Sempre che non venga adottata la proposta della Uil scuola: ovvero assumere a tempo indeterminato quei docenti che occupano cattedre vacanti, con una riserva di legge, per evitare di doverli licenziare e riassumerne altri tra un anno. Ma anche questa possibilità viene valutata con cautela: potrebbe scatenare i tanto temuti ricorsi.







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