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Concorso docenti 2018: 24 Cfu, super valutazione al dottorato di ricerca

In pieno terremoto elettorale, il ministero dell’Istruzione sta portando avanti gli incontri con i sindacati per delineare i contorni del concorso ordinario per il reclutamento dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Se fosse Di Maio a ricevere l’incarico di formare il Governo, il ministro dell’Istruzione proposto sarebbe Salvatore Giuliano, che proviene dal centrosinistra e che ha collaborato alle sei iniziali della Buona Scuola del Pd.

Ora ci si chiede se rinnegherebbe il suo passato, anche per confermare che la legge definitiva è stata poi lontana da quella che lui aveva pensato, o se ne confermerebbe il contenuto essendo concepita da uno schieramento politico a lui affine. Come detto però nel frattempo gli incontri dal provvisorio ministero e i sindacati proseguono, e si parla del decreto che disciplinerà il suddetto concorso.

Sappiamo per certo che la procedura è bandita a cadenza biennale ed è su base regionale. Tema importante quello dei 24 Cfu: i docenti laureati, per partecipare al concorso, dovranno necessariamente conseguire 24 CFU nelle discipline antro-psico-pedagogiche.

C’è poi il discorso relativo all’ammissione ai percorsi FIT. E’ stato deciso che sarà scaglionata in base al fabbisogno e ai posti disponibili.

Ma è anche importante capire che l’ammissione al percorso FIT avviene in due scaglioni annuali successivi. Bisognerà però sempre fare i conti con il limite dei posti che si prevede si rendano vacanti e disponibili nel terzo e quarto anno scolastico successivi a quello in cui è previsto lo svolgimento delle prove concorsuali.

Se hai un dottorato di ricerca buone notizie: il Miur lo supervaluterà attribuendogli il punteggio più elevato tra i titoli valutabili. Possibile che abbia addirittura un valore di almeno i 50% dei punti complessivi.

Il concorso sarà articolato in procedure distinte per posti comuni e posti di sostegno. Movimento 5 Stelle permettendo.