Il punto di riferimento rappresentato dai 500 euro della carta del docente negli ultimi anni viene meno. L’importo non saàr infatti più garantito nei prossimi anni, ma dipenderà da una serie di variabili e la sensazione è che difficilmente l’importo massimo potrà essere garantito.
Estensione della platea dei beneficiari
Se da un lato la Carta del docente viene estesa a una platea più ampia di beneficiari, proprio questa estensione va a gravare sul budget complessivo che dovrà essere ripartito. Con la conseguenza che ogni docente potrebbe dover rinunciare a una parte dell’importo finora assicurato per l’aggiornamento professionale.
La buona notizia, come detto, è che al bonus potranno accedere per la formazione e l’aggiornamento professionale anche i docenti precari. Ancora nessuna novità sul fronte della possibilità di inserirla direttamente in busta paga.
Con l’emendamento del governo al Decreto Scuola viene ufficializzato quanto sancito dalla Legge di Bilancio, ratificando che il bonus diventa prerogativa anche dei docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile.
Obbligo di fatturazione
Questo però comporta una piccola rinuncia da parte di tutti, dal momento che l’importo della Carta del docente non sarà più di 500 euro garantiti ma viene indicato con un massimo di 500 euro. Da cosa dipenderà? Dal numero dei docenti aventi diritto che dovranno dividersi le risorse disponibili.
In ogni caso, l’estensione ai supplenti richiede un incremento della spesa prevista dalla legge 107/2015 a 60 milioni di euro annui a partire dal 2025.
Altra novità, non per quel che riguarda gli importi ma le procedure burocratiche, il fatto che ai fine della rendicontazione, i beneficiari della Carta dovranno trasmettere le fatture entro 90 giorni dalla validazione dei buoni. In caso contrario, perderanno il diritto al rimborso.