Graduatorie, Gps e supplenze

Docenti con tre anni di servizio: assunzione docenti precari da GPS con percorsi formativi e prove

Prosegue l’iter di consultazioni che porterà alla definizione della fase transitoria per i supplenti storici e che, nelle intenzioni del nuovo ministero, ma anche dei sindacati, dovrà partire già nelle prossime settimane, in modo da consentire le immissioni in ruolo in vista del prossimo anno scolastico.

Incontro a breve

Le proposte del ministero sono al vaglio dell’Europa, senza il ci lasciapassare non si può passare alle vie di fatto. Ma Bruxelles non ha tempi brevissimi, e dunque non è escluso che debba trascorrere tutto febbraio prima di poter ottenere una risposta definitiva in tal senso.

La speranza del ministero è che una prima indicazione possa arrivare già la prossima settimana, in occasione dell’incontro fissato tra ministero e sindacati.

Il piano per il reclutamento

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito spera che Bruxelles dia il via libera alla proposta fatta circa il reclutamento dei docenti precari per il 2023. Passaggio fondamentale sarà posticipare al 2025 l’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento, che al momento scade nel 2024. Il ministero intende procedere con un piano di assunzione di docenti precari dalle attuali graduatorie, le GPS, mediante percorsi formativi e prove per soddisfare gli standard richiesti.

L’anno di tirocinio

L’anno prossimo dovrebbe scattare una nuova fase transitoria finalizzata ad assumere a tempo determinato nel 2023/24 e poi a tempo indeterminato nel 2024/25 i docenti presenti nelle graduatorie provinciali. Per i precari assunti come supplenti ci sarà un contratto a tempo determinato valido anche come anno di tirocinio e formazione per completare i CFU mancanti. Alla fine dell’anno ci sarà una prova scritta e orale per diventare di ruolo.

Obiettivo 70mila assunzioni

In questo modo scatterebbe l’immissione in ruolo di un buon numero di docenti. Difficile arrivare ai 70.000 previsti dal Pnrr entro il 2024. Ma per il ministero sarà importante iniziare a dare da una parte un segnale a sindacati e docenti italiani di una discontinuità rispetto al passato, e dall’altra una risposta concreta all’Europa che attende mosse concrete per dire addio alla supplentite.