Concorsi

Due nuovi concorsi scuola in arrivo: riservati ai candidati in possesso dei requisiti e per chi ha già i 30 Cfu

Va avanti il dialogo tra ministero e sindacati, che passa necessariamente dal vaglio dell’Europa, per quel che riguarda il nuovo reclutamento docenti e l’immissione in ruolo e la stabilizzazione dei precari. Il punto sul quale sindacati e ministero sembrano più lontani è quello dei concorsi scuola, ritenuti inefficaci dai primi e fondamentali da Valditara.

La fase transitoria

In attesa dell’attuazione dei decreti che possano avviare la stagione dell’abilitazione mediante crediti universitari (60 Cfu tramite corsi a pagamento e probabilmente a numero chiuso) il ministero vorrebbe far partire subito almeno due procedure concorsuali.

I sindacati sperano che si possa affiancare a questo progetto l’assunzione dei precari dalle Gps, per avviare quel doppio canale di reclutamento chiesto da diversi anni.

Ci sono da rispettare i tempi della fase transitoria, che dovrebbe prevedere 70mila assunzioni entro il 2024 o al massimo il 2025, in caso di concessione di una proroga da parte dell’Europa.

Per quel che riguarda i nuovi concorsi, il ministero sarebbe orientato a bandirne due a breve. Uno riservato a tutti gli aspiranti in possesso dei requisiti, l’altro per chi avrà già ottenuto i 30 Cfu previsti dalla riforma Bianchi. Nel frattempo dovranno essere ufficializzati i decreti attuativi sui percorsi universitari da 60 cfu.

Ridurre il precariato

La priorità resta la stabilizzazione dell’enorme numero di precari presenti nelle graduatorie nazionali. Per questo i sindacati spingono per l’assunzione mediante Gps che consenta di stabilizzare chi presta servizio da molti anni nelle scuole, anche per non disperderne il patrimonio professionale, oltrechè per dare il giusto riconoscimento a chi da anni, senza certezza, costituisce di fatto la spina dorsale dell’istruzione italiana, suo malgrado. Sarebbe questo il là al doppio canale di reclutamento che nella visione dei sindacati costituirebbe la strategia migliore per dire addio alla piaga del precariato e della supplentite, che affligge sia i docenti che gli alunni penalizzati da scarsa continuità didattica.