Concorsi

Nuovo reclutamento docenti 2022: i docenti precari con servizio entrano direttamente al concorso anche senza abilitazione

Il nuovo sistema di reclutamento, così come immaginato dall’attuale ministro dell’istruzione, modifica sostanzialmente il meccanismo per accedere alla professione. Il problema è che si tratta di una riforma messa a punto sul tramonto dell’esperienza del Governo Draghi e del ministro dell’Istruzione Bianchi. A tal punto che non c’è stato tempo e modo di completarne il suo iter, lasciando in sospeso quei decreti attuativi che avrebbero consentito di dare il via libera alla parte più importante della riforma stessa, vale a dire i master da 60 Cfu universitari che consentono l’abilitazione e la partecipazione ai concorsi.

Il master a numero chiuso

C’è da capire adesso che visione della riforma avrà la nuova maggioranza e il nuovo ministro dell’Istruzione. Ad esempio, è noto come il senatore Mario Pittoni della Lega, tra i candidati al ministero dell’Istruzione, abbia sempre criticato la visione a numero chiuso dei master di accesso ai concorsi. E non è un caso che proprio i decreti attuativi relativi a questa parte della riforma siano stati messi in stand by.

Il rischio è però adesso che il mettere a punto la nuova riforma, riveduta e corretta da parte del nuovo ministero, possa dilatare i tempi per i prossimi concorsi scuola, paralizzando di fatto tutto il movimento ancor più di quanto ha fatto negli ultimi due anni la pandemia.

I docenti con tre anni di servizio

Il Dl 36/2022 modifica il reclutamento degli insegnanti, ma fornisce una via d’uscita ai docenti con tre anni di servizio.

Secondo la riforma, la partecipazione al concorso è consentita a coloro che dispongono del titolo di studio richiesto dalla classe di concorso e che hanno svolto, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione al concorso stesso, un servizio presso le istituzioni scolastiche statali di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale si concorre, nei cinque anni precedenti.

Questo significa che i docenti precari con servizio entrano direttamente al concorso anche senza abilitazione.

Il percorso

Chi vince il concorso senza poter vantare l’abilitazione all’insegnamento e abbia partecipato alla procedura concorsuale, otterrà un contratto annuale di supplenza stipulato con l’Ufficio scolastico regionale a cui afferisce l’istituzione scolastica scelta.

La riforma prevede che si devono acquisire 30 CFU/CFA tra quelli che compongono il percorso universitario e accademico di formazione iniziale. Il tutto a spese del candidato.

Dopo aver ottenuto l’abilitazione, i docenti vengono assunti a tempo indeterminato. Poi devono sottostare al periodo annuale di prova in servizio. In caso di esito positivo ottengono la definitiva immissione in ruolo.