Scuola

Supplenze brevi: via ai rimborsi per il diritto alla retribuzione accessoria, possono ottenere il risarcimento anche gli appartenenti all’Organico Covid docenti e Ata

Ancora una conferma del diritto, per i supplenti brevi, a ottenere il diritto alla retribuzione accessoria. E’ il risultato di un ricorso promosso da Anief finalizzato al riconoscimento del diritto dei supplenti “brevi” di ottenere la Retribuzione Professionale Docenti (RPD). Per il personale ATa, invece, il corrispondente diritto è denominato Compenso Individuale Accessorio (CIA).

Le somme non riconosciute

Si tratta di una parte di compenso, secondo i giudici, finora ingiustamente sottratto ai supplenti brevi. Per un’anzianità di servizio (0-14) equivale per gli insegnanti a 175,50 euro, per un collaboratore scolastico a 66,90 euro, per un Ata a 64,50 euro. In pratica, come vedersi assegnata una doppia tredicesima a fine anno.

Non è la prima occasione in cui i giudici si esprimono favorevolmente nei confronti dei ricorrenti per questo tipo di prestazione indebitamente negata, questo però nel frattempo non è bastato al ministero per adeguare la normativa e riconoscere a tutti, d’ufficio lo stesso diritto. Questo significa che ancora adesso, chi vuole veder riconosciute queste somme, necessita di presentare ricorso come hanno fatto altri loro colleghi.

Discriminazione nei confronti dei precari

I giudici sono ormai concordi nel sentenziare che si tratta di somme da restituire a supplenti che già percepiscono stipendi ridotti poiché privi di scatti automatici. Una vera e propria ingiustizia perpetrata nei confronti dei supplenti a tempo determinato che sono già penalizzati di fatto in base alla loro condizione di dipendenti precari, e che vedono anche ingiustamente negato un diritto riconosciuto invece ai colleghi con contratto a tempo indeterminato.

Una disparità di trattamento che non trova alcuna giustificazione, soprattutto se si considera che il tipo di mansioni assegnate a chi ha un contratto a termine o a tempo indeterminato non sono diverse.

Anche per l’organico Covid

Dunque possono fare ricorso tutti i precari, ma anche gli assunti in ruolo dopo uno o più anni di supplenze, anche brevi. In molti casi, avranno diritto al riconoscimento di somme non pagate loro dall’amministrazione pubblica. Il ricorso può essere promosso anche dal personale che ha stipulato contratti per “supplenze Covid”.