Scuola

Flop concorso magistratura: solo il 5% dei candidati passa gli orali, la strage colpa di una preparazione scolastica ormai insufficiente e di Università che promuovono tutti

Un vero e proprio flop quello del concorso magistratura considerato che solo poco più del 5% dei partecipanti alla procedura indetta nel 2019 passerà agli orali. A causare la strage errori di diritto e di italiano. A preoccupare, nel quadro professionale italiano, il fatto che siano stati commessi da candidati di un livello che, si presume, debba essere mediamente alto (tutti laureati in giurisprudenza che dovrebbero essere giudici e pubblici ministeri di domani).

Scoperti 90 posti

Dei 3.797 candidati alle prove scritte, sono stati ammessi all’orale solo in 220. Solo il 5,7%, come spiega il ministero della Giustizia sul suo sito. Questo porterà a un buon numero di posti scoperti: si parla di almeno 90 dei 310 posti messi a concorso. Un problema considerato che i professionisti già scarseggiano.

Un fil già visto, se si pensa a quanto accaduto nel 2008, quando si tenne un maxi – concorso finalizzato all’immissione di forze nuove nella magistratura con 500 giudici in più. «Allora fu coperta la metà dei posti» ricorda il pm milanese ed ex presidente dell’Anm Luca Poniz, tra i 30 componenti della commissione d’esame dell’attuale concorso.

Livello di preparazione insufficiente

Concorso troppo severo. Non spiega all’ANSA. Ma è stato oggettivo «un livello non adeguato» dei concorrenti, pur nella consapevolezza dell’«urgenza» di reclutare nuovi magistrati. E’ stata riscontrata «una grande povertà argomentativa e povertà linguistica, molto spesso temi che ricalcano schemi pre-confezionati, senza una grande capacità di ragionamento, una scarsa originalità, poca conseguenzialità e in alcuni casi errori marchiani di concetto, di diritto, di grammatica. Trovare candidati del concorso in magistratura che non sanno andare a capo è un problema molto serio, io l’ho imparato in terza elementare».

Secondo Poniz dipende tutto dal «collasso dell’attitudine formativa della scuola». Oltre che «la proliferazione» di Atenei, che tendono a promuovere tutti «perchè le Università si alimentano attraverso i risultati positivi. Credo che tutto questo non abbia portato un grande risultato alla qualità media dei laureati». Occorre ragionare anche sui corsi di preparazione in magistratura «bisogna vedere se formano davvero, se preparano a un metodo». Ma porsi questi problemi «è compito dei ministri dell’Istruzione e della Giustizia».