Scuola

Contratto scuola rinnovo: pagamento aumenti e arretrati, specifiche indennità, nuovi profili professionali Ata, valorizzazione Dsga e staff dell’autonomia

È ufficialmente in corso la trattativa per il rinnovo del contratto scuola che consentirà finalmente al personale di ottenere gli aumenti mensili in busta paga e gli arretrati relativi alle mensilità già scadute di un accordo che doveva essere relativo a un triennio già scaduto.

Aumenti in busta paga da stabilire

Le cifre esatte degli aumenti in busta paga non sono ancora noti, e i sindacati che stanno discutendo con Aran sperano si possa trattare di cifre superiori a quelle strappate nell’ultima discussione con il ministero.

Il rinnovo del contratto collettivo del comparto Istruzione Università e Ricerca per il biennio 2019-21 arriva in un periodo in cui la tensione è già alta per le polemiche relative alla riforma del reclutamento docenti. Le prospettive non sono delle migliori, e proprio per questo i sindacati spingono per un accordo “ponte” che consenta quantomeno di pagare aumenti e arretrati, riconoscere parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, specifiche indennità, nuovi profili professionali Ata, valorizzare Dsga e staff dell’autonomia, per poi cominciare subito a discutere del nuovo contratto relativo al biennio 2022-2024.

Le richieste dei sindacati

L’obiettivo del ministero è quello di redigere un testo unico contrattuale per tutte le sezioni del comparto, indispensabile dopo l’accorpamento dei comparti del 2018. Secondo i sindacati l’amministrazione pare essere intenzionata a legare il rinnovo della parte giuridica alla parte economica, rinviando a fine trattativa l’erogazione delle spettanze economiche in ritardo di 3 anni.

“La stessa idea giusta di semplificare e riunire in un unico testo le norme contrattuali, prevedrebbe – ha continuato Pacifico – dei lavori troppo lunghi per un primo contratto scaduto da 40 mesi, a fronte del 6,1% di inflazione mai registrato dall’Unione monetaria, mentre la stessa riforma, in pieno dibattito parlamentare, non può avere i suoi effetti per un arco temporale già trascorso e che ci vede oggi impegnati in questo incontro. In generale, ci si aspetta un impegno del Governo a reperire le risorse nella prossima stagione contrattuale per allineare gli stipendi all’inflazione senza il cui obbiettivo – ha concluso il presidente Anief – è impensabile pensare di differenziare l’assegnazione del salario accessorio, nell’ottica comunque di un rapido avvicinamento dei salari alla media europea”.

Risorse insufficienti

“Un contratto che recuperi il divario retributivo con il resto del pubblico impiego, tuteli la libertà di insegnamento, impedisca incursioni improprie da parte del Governo e sburocratizzi la scuola”. A chiederlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della FGU-Gilda degli Insegnanti.

“Applicando la logica degli incrementi definiti in percentuale, chi aveva retribuzioni maggiori ha percepito di più in busta paga e chi aveva retribuzioni più basse è diventato ancora più povero. Adesso la forbice tra chi lavora nel comparto istruzione e gli altri dipendenti pubblici – ha affermato Di Meglio – è diventata abissale e inaccettabile. E la scarsità di risorse a disposizione, purtroppo, non promette nulla di buono”.