Scuola

Rinnovo contratto scuola: arrivano aumenti e arretrati, ma le brutte notizie riguardano introduzione di carriere e nuovi scatti stipendiali e parità di trattamento dei precari rispetto a quelli di ruolo

Entra finalmente nel vivo la discussione per quel che concerne l’attesissimo rinnovo del contratto scuola, ma le premesse non sono delle migliori e non consentono ai diretti interessati di farsi troppe illusioni circa i miglioramenti, soprattutto in termini economici, che il rinnovo stesso potrà portare.

Aumenti e arretrati

La certezza è che una volta firmato il rinnovo del contratto scuola, i dipendenti beneficeranno dell’aumento mensile in busta paga e del versamento degli arretrati, in considerazione del fatto che il nuovo contratto scuola quando sarà rinnovato si riferirà a un periodo già scaduto.

Il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro del triennio 2019/2021 riguarda un milione e 200mila dipendenti di Scuola e Ricerca. Il rinnovo contrattuale porterà anche due miliardi di euro ai lavoratori dei comparti, ai quali andranno non molto più di 100 euro lordi ciascuno.

Sindacati pessimisti

Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, è pessimista sul felice esito della trattativa, partendo dal presupposto che si discute sulla base di aumenti stipendiali risibili rispetto al costo della vita. Come pure l’inefficacia degli altri tipi di incentivi previsti dal Decreto Legge n. 36 su reclutamento, formazione e valutazione degli insegnanti, appena giunto nelle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Cultura del Senato e sul quale il sindacato si accinge a suggerire diversi emendamenti. “Il rinnovo del contratto è un momento importante dopo che da 40 mesi mancano aumenti stipendiali per il personale della scuola. Il problema è che nel frattempo l’inflazione è salita di 5 punti e mezzo nell’ultimo anno e gli stipendi aumenteranno di meno di 4 punti. Questo vuol dire che – spiega il sindacalista in una intervista rilasciata a Teleborsa – considerando anche quei 10 punti non ancora recuperati, gli stipendi saranno sempre più lontani dall’aumento del costo della vita“.

Le richiesta ancora inascoltate

Non convince nemmeno la norma contenuta nel D.L. 36 che “incentiva il lavoro senza cambio di sede, quindi per agevolare la continuità didattica, o ancora, per dare un assegno una tantum soltanto ad alcuni rispetto a tutto il corpo docente. Questi sono problemi che noi riteniamo debbano essere esclusi dall’attuale normativa contrattuale – ha concluso Pacifico – e riteniamo che il Governo debba mettere comunque delle risorse aggiuntive per tutto il personale scolastico”.

Il sindacato ha calcolato che nel 2022 l’inflazione è cresciuta del 6,3% e che rispetto al 2008 il divario è del 20%. Inoltre, nella scuola il 2013 continua a rimanere ininfluente sulla carriera. Sedersi al tavolo della trattativa consapevoli di questo non è un buon avvio. Anche sulla parte normativa vi sono diversi passaggi che non convincono, mentre continua ad essere assente la valorizzazione del personale docente e Ata: manca l’introduzione di carriere e nuovi scatti stipendiali, la parità di trattamento del personale precario rispetto a quello di ruolo. E molto altro. Dopo lo sciopero dello scorso 6 maggio, Anief si fermerà anche il 30 maggio con un secondo sciopero in coincidenza con quello fissato dagli altri sindacati rappresentativi.