Scuola

Aumento stipendio docenti: il Governo sta tagliando i fondi alla scuola

Con la proposta di riforma di reclutamento docenti, il tema del rinnovo del contratto scuola, unica strada per l’aumento stipendiale dei docenti è passato in secondo piano. Anche in virtù della proposta del ministro Bianchi di legare a doppio filo la formazione dei docenti alle progressioni stipendiali agevolate, proposta che ha fatto storcere il naso a più di un sindacato.

Taglio ai fondi per la scuola

Proprio in merito al contratto, le cifre che sono circolate negli scorsi mesi non lasciano ben sperare, e adesso arriva una precisazione da parte dei sindacati che getta ulteriore benzina sul fuoco su un tema già di per sè molto delicato: “Dobbiamo dire la verità alle persone, il Governo sta tagliando i fondi alla scuola. Gli stipendi non si riempiono con gli slogan ma con le risorse che devono rendere conto dell’inflazione e della perdita del potere d’acquisto. Auspichiamo che si apra finalmente un confronto serio sul contratto che sia incentrato proprio sulle risorse per i lavoratori”.

Aumento dell’orario di servizio

Le parole del Segretario generale UIL Scuola Pino Turi a Orizzonte Scuola non sono certo musica per le parecchie di coloro i quali aspettano da anni un adeguamento dei contratti che sembra non arrivare mai. Proprio il tema della formazione dei docenti, legata a una progressione stipendiale, è al centro del dibattito politico e sindacale e oggetto di molte critiche: “Pensare che possa debba formare un milione di persone, a loro volta deputate alla formazione è un’idea folle – sottolinea -. Con questo Decreto Legge si aumenta l’orario di servizio dei docenti di tre ore per la scuola primaria e dell’infanzia e di sei ore nella scuola superiore di primo e secondo grado, è un qualcosa che non avviene in nessun paese”.

Precari in aumento

Il problema del precariato si va accumulando da diversi anni e sembra destinato a peggiorare ancora, anche alla luce della scarsa attenzione che la nuova riforma dedica ai supplenti che reggono la spina dorsale, loro malgrado, della scuola italiana: “Abbiamo iniziato questo quadriennio legislativo con 200 mila precari e lo chiudiamo a quota 300 mila – commenta –. Il sistema dei concorsi è un fallimento e invece di fare un passo indietro, il Governo con questa riforma raddoppia, inserendo esami su esami anche dopo aver conseguito l’accesso in ruolo”.

Critiche anche alle graduatorie di merito del concorso ordinario della scuola dell’infanzia e della scuola primaria: “L’approccio è identico – dice -. Siamo di fronte ad un concorsificio esasperato e poi si dà la colpa ai precari che non riescono a passare i concorsi”.