Scuola

Stipendio docenti: come aumenterà in base alla formazione professionale

Ci sono grandi aspettative nei confronti della riforma del reclutamento degli insegnanti. Se ne sta parlando molto in questi giorni, e non mancano le polemiche per una serie di misure che il ministro Bianchi intende intraprendere e che lasciano perplessi i sindacati, in particolar modo per quel che riguarda il percorso che sarà necessario seguire per arrivare alla professione e per il meccanismo di aumento stipendiale legato alla formazione.

Aumento degli stipendi sia strutturale

Proprio il tema della progressione stipendiale è uno dei più controversi. In particolare, fa discutere il fatto che l’aumento dell’assegno mensile per i docenti possa essere correlato allo svolgimento con profitto dei corsi selezionati e certificati dalla Scuola di alta formazione del Ministero dell’Istruzione.

I sindacati spingono affinchè l’aumento degli stipendi sia strutturale e di diritto per tutti i docenti, slegandolo dalla formazione professionale ma rendendolo adeguato all’aumento del costo della vita. Al momento, se la riforma venisse confermata, ci sarebbero cinque gradi di progressione. Il primo si dovrebbe concludere dopo quattro anni mentre i successivi durerebbero cinque anni. Al termine di ogni livello il docente dovrebbe sottoporsi a una verifica finale, collegata anche a una valutazione del miglioramento del profitto scolastico degli alunni degli insegnanti che hanno completato il percorso di aggiornamento.

La fase transitoria fino al 2024

Ma come aumenteranno gli stipendi in base alla formazione? Secondo la bozza presentata dal ministro, che come detto è ancora tutta da confermare, dipenderà dalla contrattazione nazionale (CCNL Scuola) che al momento è ancora quella legata all’anzianità di servizio.

La riforma del reclutamento come detto deve ancora essere approvata, ma i tempi stringono perchè entro giugno si dovrebbe ratificare il tutto in modo da avviare prima dell’avvio del prossimo anno scolastico una fase transitoria che dovrebbe portare, nelle intenzioni del ministero, all’assunzione tramite concorso pubblico di 70mila precari con tre anni di servizio.

Per loro sarà disponibile un contratto part-time durante il quale dovranno acquisire anche 30 CFU, per poi sostenere un esame finale di abilitazione. Dal 2022 al 2024, i laureati potranno accedere all’insegnamento dopo un corso di formazione, l’acquisizione di 30 CFU, un concorso pubblico e una prova di abilitazione.