Scuola

Aumento spese militari: priorità agli investimenti sulla scuola

Il tema dell’aumento delle spese militari per mantenere l’impegno preso con la Nato è oggetto di dibattito politico e non solo. Soprattutto, una decisione che presta il fianco alle critiche di chi fa notare come i fondi per aumentare le spese militari siano stati trovati, al contrario di quelli per la sanità e la scuola.

Individuare le priorità

“C’è una richiesta da molti anni da parte della Nato che l’Italia aumenti la sua quota di spese militari, già peraltro alta con oltre 65 milioni di euro al giorno. Vorrei però segnalare che ci sono anche altri obiettivi di spesa che il nostro Paese ha preso in sedi internazionali dalla transizione ecologica agli impegni per scuola e ricerca, dove siamo enormemente al di sotto delle promesse fatte. Questo vale per un’infinità di settori. Allora il punto è individuare le priorità”.

Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni dai microfoni di Skytg24 nel corso di Agenda.

“E immaginare che in questo momento – prosegue – l’urgenza sia proprio quella di continuare ad aumentare le spese militari peraltro per gli eserciti nazionali, perché la difesa europea rimane uno slogan, ritengo che sia sbagliato. La nostra politica estera del futuro – conclude Fratoianni – e il modo con cui affrontare le sfide internazionali non può essere quella di armarsi cioè di aumentare la capacità di deterrenza militare”.

Non ne parla solo la politica

Un tema di cui ormai parlano tutti, come dimostra l’intervento del conduttore dell’Eredità, Flavio Insinna: durante la Ghigliottina, nei secondi finali del gioco clou della trasmissione ha espresso un suo parere personale nei confronti delle spese militari: “Per me il risparmio andrebbe fatto sulla spesa militare e con quei soldi costruiti scuole, ospedali, case. Mi taccio, tanto lo sapete che c’ho ragione io”.

Lo scontro Draghi-Conte

“Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell’Europa. Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza”, è il commento che filtra da Palazzo Chigi.

Conte non ci sta: “Ragionevolmente non ci sarà scritto qualcosa del genere, ma questo non toglie che è una prospettiva che dobbiamo affrontare. Il problema può essere procrastinato ma dobbiamo affrontarlo dal punto di vista politico. Come si può parlare di crisi di governo? Draghi avrà pure il diritto di informare il Presidente ma io non ho sollevato alcuna crisi di governo: dico solo che se dobbiamo programmare una spesa militare un partito di maggioranza può discutere i termini anche temporali per rispettare questo impegno”.