Scuola

Concorso ordinario scuola: addio ai quiz nelle prove

La riforma del sistema del reclutamento degli insegnanti passa attraverso la semplificazione dei concorsi, come già avvenuto per quelli avviati (infanzie e primaria e secondaria) e per quelli che verranno attuati nei prossimi mesi. Ma passa anche attraverso una revisione del sistema di selezione dei candidati, che al momento è incentrata fortemente, almeno in una fase iniziale, sui quiz.

Addio ai quiz

Un sistema che sembra non soddisfare più forze politiche da più parti, e che potrebbe essere la vera novità dei prossimi mesi. Non sono poche le segnalazioni di pareri contrari a questo tipo di meccanismo, ritenuto ormai insufficiente a selezionare in maniera adeguata le qualità dei futuri docenti.

“Mi pongo qualche (spero legittima) domanda sul concorso per i docenti, che si sta svolgendo in questi giorni. La prima: è normale che si comunichi ai concorrenti il risultato finale, senza mostrare o inviare copia con segnalazione degli errori? A me no, non sembra né giusto, né normale, trattandosi di un concorso pubblico in cui, per giunta, il calcolo degli errori dovrebbe essere automatico e immediato”. Lo afferma il responsabile nazionale scuola di Sinistra Italiana Giuseppe Buondonno.

Un sistema che non dà garanzie

“La seconda: quali particolari conoscenze e capacità didattiche – prosegue l’es della segreteria nazionale di SI – possono essere verificate da questi quiz? A mio avviso, nessuna (senza nulla togliere a chi – pochi, in verità – li ha superati, ma che, credo lo si possa riconoscere, con test appena diversi, avrebbe, magari, potuto essere bocciato). Ho voluto provare, per curiosità, a svolgerne qualcuno (tra quelli su cui si sono preparati molti colleghi) e con risultati alterni, pur (si perdoni il riferimento personale) insegnando da 30 anni, mi dicono, con risultati formativi quantomeno dignitosi, e (lo dico solo per dovere di cronaca) non essendo del tutto uno sprovveduto. Dunque, cosa testiamo, chi ha fortuna e chi no? Selezioniamo giocatori d’azzardo?”

“Conosco alcune delle colleghe e dei colleghi che non hanno superato i test; alcuni insegnano, precariamente, da poco, altri da diversi anni, ma posso assicurare che affidereste alla maggioranza di loro la formazione dei vostri figli (e, in verità, già lo fate e continuerete a farlo, ma ancora da precari). Ma davvero questo Paese non può immaginare – conclude Buondonno – un sistema meno barbaro e insensato di reclutamento dei docenti? Un sistema capace di verificare (e di predeterminare) sul serio i livelli culturali, le qualità didattiche e formative dei docenti? E anche di rispettare davvero la dignità della scuola e di tanti giovani colleghi e colleghe, spesso molto più preparati di chi inventa queste “corse ad ostacoli”.

Capacità non valutate

Un parere condiviso anche dal senatore Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega, che nei giorni scorsi aveva espresso un parere simile: “Affondare il sistema scolastico non è difficile. Selezioniamo i docenti con concorsi e abilitazioni a crocette senza preoccuparci di attitudine, capacità, esperienza ed è fatta. Ma qualcuno ha fatto i conti senza l’oste…“, afferma il senatore.

Priorità alla formazione

D’accordo Francesco Sinopoli, segretario della FLC CGIL, che nel corso di una video intervista su Orizzonte Scuola Tv ha spiegato: “Non crediamo che un concorso a quiz possa essere la soluzione. Non scherziamo“, dice il sindacalista e a proposito del reclutamento: “Serve un sistema di abilitazione, prima di tutto, fondato sulla formazione. L’idea di una riforma delle lauree la vedo complicata. Pensare a stabilizzare i precari e garantire una formazione iniziale adeguata ai bisogni della scuola“.