Scuola

Stipendi arretrati organico Covid: preoccupa la mancanza di fondi

Doveva essere un incontro risolutore per la questione del rinnovo dei contratti dell’organico Covid ata e docenti, e invece i sindacati escono preoccupati da un confronto che ha fatto emerge una realtà dura ma inequivocabile: il Governo al momento non sa come reperire i fondi per prolungare i contratti fino alla fine dell’anno scolastico. Questo significa che per i lavoratori appartenenti all’organico covid ci sono ancora quattro settimane di lavoro, dopodichè torneranno a casa? Per il momento la risposta è sì.

Il Miur vuole il rinnovo, ma non ci sono i soldi

Ma non è l’unica cattiva notizia emersa dall’incontro tra ministero dell’Istruzione e sindacati. Il paradosso è che il Miur è concorde sulla necessità di mantenere in organico i lavoratori appartenenti al comparto Cvid. Ma in assenza di fondi, ha le mani legate.

Una doccia fredda per sindacati come Anief, che intendevano invece rilanciare chiedendo l’inserimento dell’organico covid in organico di diritto, a tempo indeterminato.

Trasformazione in organico di diritto

Andrea Messina, segretario generale Anief: “Secondo noi – ha detto Messina – non solo la proroga dei contratti Covid deve essere introdotta a tutti i costi fino al prossimo 30 giugno, ma va anche fatta una ricognizione dettagliata per ogni qualifica, andando a verificare quanti docenti, amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e altre figure sono state contrattualizzata per affrontare l’emergenza pandemica. L’obiettivo è ragionare su come portare a regime queste professionalità, perché se è vero che le scuole non possono fare a meno di tale organico, considerando che il loro apporto prescinde dallo stato di emergenza, peraltro ancora in corso, allora da settembre è bene che tali risorse umane vengano inglobate negli organici di diritto”.

Preoccupazione per gli stipendi arretrati

“Siamo arrivati all’incontro di oggi speranzosi – dichiara Cristina Dal Pino – perché ci aspettavano rassicurazioni. Invece, i dubbi rimangono e questo non lo possiamo accettare. Inoltre, abbiamo anche fatto presente che gli emolumenti arretrati del personale Covid non sono stati erogati in toto e quelli erogati sono a tassazione separata con la conseguenza che tale personale non ha potuto usufruire nemmeno delle detrazioni da lavoro dipendente, facendo venire meno un loro diritto: in pratica, le detrazioni per oneri sostenuti nei precedenti esercizi non corrispondono ad un’imposta Irpef corrispondente da abbattere e questo perché il reddito della Naspi prevede una tassazione separata. Così, questi dipendenti precari si ritrovano a non avere diritto a detrazioni fiscali, qualora tali contratti corrispondano all’unica fonte di reddito percepita”.