Scuola

Aumento stipendio docenti: in arrivo 1.900 euro di arretrati

Non sono sufficienti i 100€ circa di aumento che il personale della scuola troverà in busta paga, frutto del rinnovo contratto scuola oggetto della trattativa serrata tra Governo e sindacati. Un risultato minimo, se si considera che l’aumento arriva dopo diversi anni di blocco degli stipendi, diventati nel frattempo inadeguati al costo della vita e soprattutto al confronto con i colleghi europei.

Obiettivo 300€ in busta paga

Probabilmente sarebbe stato utopistico ambire ai 300€ di aumento in busta paga richiesto dai sindacati, ma probabilmente l’auspicio di questi ultimi era potersi incontrare quantomeno a metà strada. Così non è stato, e allora i sindacati rappresentativi hanno ancora qualcosa da chiedere al Governo in vista della convocazione del 1° febbraio da parte dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Sarà quella l’occasione per discutere dell’atto di indirizzo definitivo per il rinnovo del contratto. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega le intenzioni del sindacato: “Finalmente il ministro ci ha convocato – dichiara ad Orizzonte Scuola – ed in questo contratto si devono modificare alcuni punti fondamentali sulla parte economica e giuridica, a partire da un riconoscimento delle indennità specifiche per il personale: di sede, di servizio per chi è precario, di rischio biologico, rischio burnout”.

Parità di trattamento tra personale precario e di ruolo

Il leader dell’Anief sottolinea anche la necessità di “rivedere le norme che riguardano la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo. Vanno inoltre rivisti i profili del personale ATA, dal collaboratore scolastico al Dsga. Vorremmo anche eliminare il vincolo della temporizzazione e riscrivere le regole sulla ricostruzione di carriera per garantire per intero il servizio pre ruolo, ripristinando il primo gradino stipendiale che è stato abolito”.

1900€ di arretrati

Il rinnovo del contratto scuola passa necessariamente per l’aumento degli stipendi, e non è sufficiente quello proposto dal Governo. L’aumento è una “percentuale del 4%, superiore a quella del precedente contratto, che renderà l’elemento perequativo parte integrante dello stipendio e porterà in media più di 100 euro lordi in busta paga con 1.200 euro di arretrati del 2021 e circa 700 euro di arretrati complessivi per il 2019 e 2020”. Insomma qualcosa si muove ma non abbastanza: per il futuro, “gli stipendi aumenteranno di un dodicesimo rispetto a quelli attuali. Si resta comunque sotto rispetto all’inflazione. Il costo della vita è aumentato di 14 punti. Si devono insomma recuperare altri 200 euro mensili”.