Scuola

Precari scuola: nel 2022 immissione in ruolo supplenti con 36 mesi di servizio

Il numero di precari nel mondo della scuola ha raggiunto cifre preoccupanti. Ma proprio per questo la sfida che attende l Governo per il 2022 è ancora più significativa. In questo senso, la continuità dell’attuale esecutivo diventerà fondamentale per proseguire lungo il percorso intrapreso in questi mesi dal ministro Bianchi. Se Draghi andasse al Quirinale, si correrebbe il serio rischio di ricominciare tutto da zero o quasi, e per il mondo della scuola e i precari in particolare non sarebbe una buona notizia.

Cifra record di precari

Al momento, il mondo della scuola ‘dispone’ di qualcosa come 300mila precari. Lo ha spiegato lo stesso ministro Bianchi in audizione alla Camera.

“Serve urgentemente un provvedimento specifico per risolvere il problema del personale precario della scuola”, osserva Pino Turi, presentando le proposte Uil Scuola. Secondo il sindacato, questa situazione del precariato costituisce un vero e proprio sfruttamento lavorativo.

Uil Scuola punta su tre elementi in particolare per risolvere la situazione: l’impatto del Pnrr sul personale, le dimensioni della realtà del personale precario nella scuola, la mistica dei concorsi.

Si registrano 170mila supplenze

“Su 112mila posti vacanti su cui erano possibili le immissioni in ruolo dei docenti, ne restano più del 50% scoperti. Considerando anche i posti di sostegno e l’organico di fatto, ad oggi si registrano più di 170mila supplenze. In due anni sono stati banditi ben 8 concorsi nei vari ordini di scuola tra straordinari, ordinari, abilitanti, con procedure smart, e qualcun altro è pensato per il futuro. Appena 2 concorsi sono stati portati a termine”

Le soluzioni sono quelle proposte da tempo dai sindacati, ma che per un motivo o per un altro vengono sempre rimandate o non attuate: “Serve immettere in ruolo i precari con 36 mesi di servizio e cambiare il reclutamento, oltre che risolvere l’annosa questione dei Dsga facenti funzione. Le risorse del PNRR possono portare a riforme strutturali che non possono non coinvolgere gli organici – ribadisce Turi – e la loro composizione deve superare l’anno”.

La tragedia di Lauzacco

Il precariato costituisce un problema per i lavoratori in primis, che non hanno garanzie per il presente e per il futuro, e per gli studenti che non possono contare sulla continuità didattica: “Compito del governo e della politica è quello di dare un docente stabile ai nostri alunni e non (solo) un posto di lavoro alle persone che legittimamente lo rivendicano”, conclude.

“La straziante notizia della morte di uno studente diciottenne durante lo svolgimento di progetto di PCTO deve portare a dire una sola parola: basta. Basta con l’alternanza scuola/lavoro comunque si chiami“. – ha dichiarato Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del PCI.