Scuola

Stabilizzazione precari con 36 mesi di servizio: fase transitoria, a febbraio si decide

Con il nuovo anno ci si aspetta molto dal ministro Bianchi in tema reclutamento docenti e soprattutto stabilizzazione dei precari. Se per la riforma del reclutamento insegnanti ci sono già delle indicazioni e delle linee guida da seguire, per la stabilizzazione dei precari la situazione sembra decisamene molto più complicata. La riforma del reclutamento, come già indicato dal Ministro Bianchi, passerà necessariamente da una revisione del modo di acquisire l’abilitazione che porta al concorso scuola.

La battaglia per i 60 crediti universitari

Nel progetto ideale del ministro Bianchi si dovrebbe ottenere tramite CFU l’abilitazione all’insegnamento. Questo sarà possibile mediante l’ottenimento di 60 crediti universitari nel settore pedagogico, di cui 24 tramite tirocinio.

I concorsi saranno poi estremamente semplificati: niente prova preselettiva, come già avvenuto per i concorsi ordinari (infanzia e primaria già in corso di svolgimento, secondaria che dovrebbe essere bandito a inizio 2022). Vinto il concorso, via libera all’anno di formazione e prova, con valutazione finale ed eventuale conferma in ruolo.

Bianchi dovrà superare alcune resistenze, una su tutte quella del Consiglio Universitario secondo cui l’acquisizione di CFU per la formazione all’insegnamento prima della selezione per l’accesso al ruolo non sarebbe la strada ideale per arrivare al concorso, in virtù dell’impegno economico che ne deriverebbe e che non consentirebbe pari opportunità in partenza a tutti.

Secondo il CUN, l’ideale darebbe collocare la formazione all’insegnamento nelle scuole secondarie dopo la selezione per l’accesso al ruolo, durante l’anno di “formazione e prova” durante il tirocinio. L’obiettivo dovrebbe essere instaurare una correlazione virtuosa scienze dell’educazione e didattica disciplinare. Allo stesso tempo, non si dovrebbe prescindere dalla definizione di contenuti diversi per la formazione all’insegnamento rispettando le peculiari esigenze della didattica nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado.

2022: l’anno dell’addio a laurea + 24 Cfu

Il presupposto dal quale non si può prescindere è che la laurea + i 24 CFU “non rappresentano il modello più corretto per diventare insegnante. Noi abbiamo oggi nel nostro ordinamento due lauree abilitanti per l’infanzia e per la primaria mentre chi fa una scelta disciplinare deve recuperare successivamente le competenze pedagogico didattiche; e invece dobbiamo creare dei percorsi che abbiano sin dall’inizio queste competenze per chi vuole fare l’insegnante.”

I precari con 36 mesi di servizio

In tutto ciò sembrano essere ‘dimenticati’ i precari, per i quali non sono state ancora trovate soluzioni di stabilizzazione nonostante alcuni vantino anche più di 24-36 mesi di servizio anche non continuativo.

Bianchi vuole rispettare determinate tempistiche: “Il PNRR prevede a febbraio la scadenza della riforma sul reclutamento. È necessario un nuovo sistema di reclutamento a regime e, contemporaneamente, ci vuole una fase transitoria. Io non posso più tollerare che persone con 36 mesi di servizio non siano stabilizzate”, ha affermato il segretario generale della UIL Scuola, Pino Turi, a Orizzonte Scuola.